Da 37 lunghi anni non vedevo, anzi, non vivevo lo spettacolo della mia sartiglia. Quest’anno anche se fisicamente davanti al monitor della tv, il mio cuore, la mia mente e la mia anima erano li, sullo splendido percorso, in mezzo alla folla a riscattare la mia lunga assenza. Guardo emozionato l’ esibizione coraggiosa dei contadini "balenti", "i valorosi", che compiono la propria effimera ascesa sociale travestendosi da cavalieri e giocando il torneo della Sartiglia. Ma anche nella festa cavalleresca portano con sé l'unico reale avversario che li condiziona: la propria sorte, ovvero la scommessa con il destino. Con la spada in resta i cavalieri si sono scagliati al galoppo contro l’ astro lontano, sospeso o un filo, irraggiungibile come la fortuna. La loro bravura è stata ampiamente premiata con 24 stelle, un bottino eccezionale che è di buon augurio per un’ annata colma di fecondità.
Sì, perché a Oristano la giostra medioevale si unisce alla magia dei riti di propiziazione per il ritorno della primavera e la fecondazione delle campagne. La stella è la Yoni della Grande Madre è l'asta del cavaliere il Ligam in grado di fecondarla.
Si contano le stelle infilate per avere presagi sul raccolto. Attrus onnus mellus hanno gridato quando i cavalieri, quando è finita la contesa: "meglio per gli anni futuri".
Il mazzo di pervinca e viole con cui il Componidori, ha tracciato grandi segni di croce sugli spettatori ha origini più pagane che cristiane. Il nome confidenziale di pippia de maiu, (pupa di maggio) ha le ascendenze antiche dei maggi, i mazzi, le ghirlande, gli alberi interi che apparivano nelle cerimonie orientali per celebrare la primavera. Chi se ne impossessava si impadroniva della primavera stessa e poteva dispensare fecondità e benessere. Così oggi è stato per il Componidori, issato sul suo cavallo, dietro la maestosa immobilità della maschera. Scintille di felicità brillano intorno a me oggi c'è qualcosa di strano in questo rullare e lo sento talmente mio che sembra suonino per me.
Dopo la sfilata faccio ritorno con la mente verso la cattedrale, verso casa mia che è a circa 100 metri, mi sembra di percorrere la strada come tante volte ho fatto e migliaia di stelline brillano intorno a me, come moscerini in una pozzanghera mezza asciutta. Ma questa volta npn dovrò caminare infreddolito, questa volta mi basta schiacciare un tasto e spegnere la tv. Ho vissuto una giornata particolare tra la mia gente a sognare, a sperare che il cavaliere sconosiuto infilzasse la stella, a gioire per la vittoria.
Ma poi tutto é finito, tutto è finito e rimane la nostalgia e penso che la stella sarà sempre stella, la maschera sempre maschera, la spada sempre spada, il costume sempre costume, il cavallo sempre cavallo, l'uomo sempre uomo, il ritmo dei tamburi sempre ritmo, Oristano sempre Oristano, Sartiglia sempre Sartiglia. Componidori sempre Componidori, e che prima o poi parteciperò e vivrò veramente.
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