sabato 15 dicembre 2007

I bronzetti


Sono circa cinquecento, in maggioranza conservati nei musei di Cagliari e di Sassari, e tutti, in vario modo e per varia forza e misteriosità, sono capolavori. Sicuramente sotto i nuraghi e sotto terra ve ne sono ancora migliaia, e altrettanti sono volati all’estero insieme a centinaia di “nipotini” , cioè di falsi. Fatto sta che questi bronzetti sardi costituiscono una “brigata” fra le più singolari di tutti i tempi e di tutte le espressioni artistiche. E c’è di più: i personaggi che essi raffigurano, siano re o soldati, pastori o eroi, animali o madri imploranti, sono molto solenni e maestosi, pur se così piccolini; e anche molto simpatici pur se così, a volte, alteri chiusi in se stessi, e quasi scocciati. Vediamo come vennero fatti probabilmente tra il IX e il VI seccolo a.C.; gli anonimi artisti che vivevano sudando e sbraittando nelle fonderie nuragiche, pur sognando di modellare monumenti grandiosi si impegnavano a far nascere queste mirabili “cosette”. Le figure sono fatte tutte gi getto e individualmente col metodo della cera perduta, per cui il bozzetto in questa materia si scioglie consumandosi quando, la massa di creta che l’avvolge e ne riceve in negativo l’impronta, si cola la lega metallica fusa che dà luogo, raffreddandosi e rapprendendosi, al positivo in bronzo. Da ciò deriva che i manufatti non sono il risultato di un atto ripetitivo meccanico, di una produzione in serie. Ciascun pezzo è invece una creazione a sé, una libera espressione, sempre diversa e originale. E se talvolta le statuine si assomigliano , o rivelano una tendenza alla maniera, ne è causa la memoria stilistica e non la mimesi materiale. Da un accurato esame eseguito negli Stati Uniti è emerso che sono veri bronzi contenendo tra 80 e il 90 per cento di rame e dal 5 al 10 per cento di stagno come maggiori componenti; ai quali vanno aggiunte varie percentuali di arsenico, piombo, zinco, ferro e anche d’argento, di nichel e di cobalto. Con uguale perizia, dalle fonderie nuragiche uscivano armi in quandi quantità: asce, spade, pugnali, punte di lance, stocchi. Anche per questo tipo di produzione il popolo dei nuragici mostrava di avere un’ottima conoscenza della tecnica di fusione, che consentiva di variare opportunamente la percentuale di rame per ottenere la durezza desiderata del metallo. Armi che sono simili a quelle raffigurate nelle statuine nuragiche.
I bronzetti sono stati rinvenuti in ogni parte della Sardegna e specialmente nella provincia dei Nuoro, forse perché in questa zona c'era l' abbondanza dei materiali e quindi di fonderie. Quasi tutti i bronzetti provengono da da pozzi e caverne sacre e da celle dei templi, dai luoghi di culto, quindi significa che avevano una funzione di ex voto, o di omaggio alla divinità. Per quanto riguarda i soggetti, i bronzetti si possono dividere in vari gruppi. Il primo é quello dei sovrani che hanno tutti solennità di portamento, emanante potere e forte volontà. Viene poi il gruppo dei soldati, che erano divisi in corpi: cavalleria, fanteria, arcieri, opliti e frombolieri ciascuno dei quali aveva la sua divisa o montura. Il gruppo più affascinate appare però quello misto che comprende figure varie: lottatori, pastore con ariete sulle spalle, il vecchietto offerente, la madre dell'ucciso, l'eroe o demone con quattro occhi e quattro braccia; per non parlare poi delle navi e barchette le cui prue erano modellate con teste stilizzate di animali. La bonzistica figurata protosarda dimostra genuine e irriducibili caratteristiche di una tradizione nazionale, di cultura geometrica e di cultura improntata al ribellismo mediterraneo. Come il grande fenomeno architettonico dei nuraghi e degli altri monumenti megalitici, queste sculture, modelli in piccolo della possente statuaria in pietra, sono il risultato ottimale di un processo e di un progresso civile che trovò energia nell' autonomia della cultura nuragica.

Nessun commento: