giovedì 30 ottobre 2008

Blogger uniti per i rifugiati...

Bloggers unire Unite per i rifugiati

Il 10 novembre 2008, organizza la giornata mondiale in favore dei rifugiati, oltre 10.000 blogger di tutto il mondo si uniranno far sentire la loro voce, in nome e per conto di oltre 40 milioni di rifugiati. Per far conoscere al mondo le atrocità che devono sopportare tanti esseri umani. Unisciti a noi il 10 novembre postando sulle atrocità, condividendo le tue idee, ed essere parte attiva della soluzione globale a un problema globale. Noi blogger abbiamo il potere di far conoscere il problema dei rifugiati e far si che tutte le persone siano informate e quindi responsabilizzate. Il 10 novembre postate le vostre parole possono contribuire a cambiare vita di quei 40.000.000 di rifugiati. Aggiungere al vostro blog uno dei badge per mostrare il vostro supporto in questa importante campagna di sensibilizzazione sociale.

Per saperne di piu andate al sito http://unite.blogcatalog.com/

La democrazia é illusione....

Il dibattito politico di questi giorni, in merito alla legge elettorale per le europee che non lascia ai cittadini la scelta dei loro rappresentanti, obbliga ad una riflessione sul contenuto della Democrazia, parlo di contenuto perché ho sempre pensato che la Democrazia fosse un "contenitore", mi spiego: destra, sinistra, liberismo, statalismo, solidarismo e chi più ne ha più ne metta. La Democrazia deve contenere tutto, tutti devono avere la possibilità di esprimersi fino al massimo estremo, di permettere anche ad alcuni movimenti politici di essere antidemocratici e forse anche razzisti e a ciascuno di dire la sua sulla gestione dell'economia e della finanza statale; perché è questa la forza della Democrazia, tutti contano (one man one vote) tutti hanno la possibilità di decidere esprimendosi come elettorato attivo candidandosi o come elettorato passivo semplicemente votando.

Oggi tutto è cambiato, oggi si ritiene di abolire le preferenze perché a Strasburgo serve una “squadra di professionisti” che scelgono le segreterie dei partiti. Ma perché queste segreterie anziché candidare cani e porci, raccomandati, amici degli amici, vallette etc…, non sceglie un’ampia squadra di “professionisti qualificati” che possano difendere gli interessi del nostro paese, ma lascia ai cittadini-elettori la vera scelta dei loro rappresentanti. Come fa l'opinione pubblica a "scegliere"? Ma scegliere veramente senza essere manipolata? Se i "media": i giornali, le televisioni, internet... continuano a bombardare con annunci, dichiarazioni, allarmismi nei confronti della quale è totalmente impreparata. Anche questo è un limite della Democrazia.

Tutto cambia per i più strani interessi. Rifacciamoci all'esempio più recente della crisi finanziaria degli ultimi mesi, qual è la ricetta di governo delle "grandi" democrazie di fronte al collasso? L'intervento statale! E' paradossale, ci hanno propinato per anni la ricetta del liberismo, del mercato, della deregolamentazione e del libero scambio creando semplicemente le basi per la più grande truffa di tutti i tempi: chi prendeva stipendi milionari, commissioni e creava fondi nei paradisi fiscali e chi invece lavorava e pagava le tasse (sempre più alte); quelle che adesso servono a pagare il conto che ci hanno lasciato i "furbi" con il risultato che mancano i soldi anche per i servizi essenziali come sanità, trasporti, scuola e così nasce la guerra tra poveri che si manifesta con la xenofobia e il razzismo, il disagio sociale.

martedì 28 ottobre 2008

Sardegna in …lutto...

Sardegna ancora una volta vittima dei soliti noti. Cinque morti, oltre duemila senza casa a Capoterra, imprese agricole e territori devastati, più di 15 milioni di euro di danni a causa dell'eccezionale ondata di maltempo che ha colpito il sud della Sardegna. «Oltre 300 millimetri di pioggia caduti in poche ore sono un evento eccezionale ma non dimentichiamo che con il cambiamento climatico, purtroppo, ci troveremo sempre più spesso di fronte a eventi meteorologici estremi e la cattiva gestione del territorio ha fatto si che si sia trasformato in tragedia. Con una maggiore prevenzione e un'adeguata pianificazione del territorio, infatti, si sarebbe potuto evitare che il nubifragio di ieri diventasse una catastrofe. Ma chi sono i responsabili? Sono gli amministratori pubblici troppo affezionati allo sviluppo edilizio che hanno fatto scelte dissennate di uso del territorio che in questi anni hanno lasciato che vincesse il re cemento dell’edificazione selvaggia. Sì, sono loro i responsabili dei lutti che hanno indirettamente provocato, ma sono tutti tranquilli, non accadrà nulla non pagheranno nemmeno questa volta. "Dobbiamo ora verificare un piano stralcio di bacino per un territorio che conta 30 mila persone che devono essere messe in sicurezza - ha sottolineato il presidente della Regione al termine di una riunione straordinaria della Giunta -. Si tratta di un territorio delicato da un punto di vista idrografico e interessato nel passato da vasta antropizzazione. Alcune parti, per prudenza, dovevano essere sottratte all'edificazione. Ora dobbiamo correggere questi errori". Insomma come al solito si chiude la stalla solo dopo che gli animali son scappati.


domenica 26 ottobre 2008

Protestare è lecito…

Premesso che la scuola è in crisi, e non lo è per causa di questo governo, perché la sua crisi è cronica, quindi alcune proposte possono anche essere un' ipotesi. Ma queste pro-poste non possono rappresentare una inutile prova di forza. Questo governo deve quindi dimostrare che nel nostro povero paese c’è ancora democrazia, promuovendo un nuovo metodo proponendo una riforma ma confrontarsi discutendo per poter decidere ciò che è meglio per tutti. È il momento di smetterla con i decreti legge spacca palle.

Oggi gli studenti scendono in piazza manifestando contro il governo ed in particolare contro la Gelmini sostenendo che questa riforma, che riforma non è, ma semplici provvedimenti mirati, li danneggia perché venendo a mancare i fondi non avranno più la possibilità di avere una giusta istruzione. Quindi scendono in piazza per chiedere il diritto allo studio.

Una palese contraddizione se si tiene conto che un'indagine Censis rivela che i giovani ritengono che proseguire l'istruzione sia una sorta di parcheggio in cui sostare in attesa della vita vera. La scuola è intesa come una perdita di tempo, come un parcheggio in attesa di qualcosa di meglio. Gli insegnanti come marziani, che si esprimono con un lin-guaggio antico, incomprensibile; professionalmente dei falliti. Secondo una indagine del Censis del giugno 2008, oltre un quarto dei ragazzi di età compresa tra 14 e 19 anni pen-sano che non serva un titolo dì studio per trovare lavoro, mentre oltre il 55% è convinto che i giovani che si iscrivono all'università lo facciano "per pura inerzia, e per la difficoltà - si legge nella ricerca di praticare alternative adeguate".

Detto questo credo che protestare sia lecito, anzi a volte fondamentale, ma occorre che tutti abbiano i nervi saldi. È tempo di proteste e di agitazioni (legittime, checché ne dicano esponenti del governo) e di piccole violenze naturalmente inaccettabili. Ecco allora cinque inviti:

  1. Alle forze dell'ordine, affinché individuino quelle poche teste vuote che sempre, fra mi-gliaia di pacifici manifestanti, scendono in piazza solo per commettere reati.
  2. Ai media, affinché non bollino superficialmente come violenta un'immensa piazza di gente per bene solo per via di quei pochi.
  3. Ai politici, affinché capiscano che questa non è una riforma (che richiederebbe dialogo e soluzioni condivise) ma un decreto disorganico e taglia fondi ciecamente imposto.
  4. Ai docenti e ai baroni dell'università che non intendono perdere i privilegi della casta, la smettano di strumentalizzare gli studenti per i loro sporchi giochi.
  5. E infine ai manifestanti cosiddetti "di sinistra" (studenti, casalinghe, pensionati, lavoratori) affinché siano irriducibili ma pacifici: non avete bisogno di violenze per imporre le vostre idee, i valori che vi animano sono già le armi più appuntite di tutte: tolleranza, pace, multiculturalismo, solidarietà, diritti civili, uguaglianza e giustizia sociale.

sabato 25 ottobre 2008

Il Papa e la scienza

Pur avendo il massimo rispetto per il Papa Benedetto XXVI, considero le sue parole stonate quando afferma che gli scienziati al giorno d'oggi sarebbero avidi e arroganti, solamente dediti ad inseguire facili guadagni. Ci saranno certamente alcuni casi di cattivi esempi, di scienziati che di fronte all'ipotesi del guadagno facile non hanno esitato a passare sopra a qualsiasi etica. Di tutto si può dire dei nostri ricercatori fuorché che siano mossi dall'avidità. Il fatto che molti rimangano a lavorare in Italia con contratti che nessuno accetterebbe è la prova che di certo il loro impegno nella ricerca della conoscenza non è mosso da interessi economici. Sono molti gli italiani che si sono trasformati in cervelli in fuga perché non ne potevano più di essere sfruttati da un sistema che non dà alcuna speranza a chi vorrebbe fare della ricerca una professione vera e propria. Molti sono quelli che nonostante tutto rimangono in Italia, alle dipendenze di un sistema che dal punto di vista economico dà ben poche soddisfazioni.

Stonano anche quando dichiara che «la scienza non è in grado di elaborare principi etici». Ma se non era per gli scienziati stavamo ancora qui a morire di peste consolati dall'elaborato principio etico del castigo di Dio. Oltretutto con la liceità del ricorso ai periodi infecondi dell'"Humanae Vitae" il magistero della Chiesa basa il suo principio etico dell'amore coniugale e della paternità responsabile (della maternità non si parla) su un "metodo scientifico". Ora il metodo Ogino-Knaus è del '28, la "Humanae Vitae" del '68. Benché io preferisco altri metodi più scientificamente sicuri, qui siamo di fronte a un evidente caso nel quale è la Chiesa a non essere in grado di elaborare principi etici e come al solito ha dovuto accoglierli e riconoscerli come necessari.

Come quell'altro fatterello di non poco conto della terra piatta. Oppure quando in una sua memorabile omelia, mi pare nell'anno domini 1947, l'arcivescovo cardinal Siri condannò con parole di calda sincerità, e di verità, a suo modo, l'invenzione e l'uso dell'energia elettrica, la cui introduzione aveva sovvertito l'ordine naturale, divino, nello svolgersi della vita quotidiana, confondendo il giorno con la notte, distogliendo dal giusto lavoro e dal giusto riposo, dando occasione di pervertire la notte e la sua benigna oscurità in una illusione peccaminosa di un eterno diurno affannarsi, moltiplicando le occasioni di dannazione.

Facciamo un passo avanti e andiamo incontro alla gente, siamo ormai nel terzo millennio e non possiamo né tornare indietro, né fermarci.

martedì 21 ottobre 2008

Accuse allo Stato nemico…

Giorni fa a Palermo due ragazzi in sella a un motociclo sono fuggiti all'alt della polizia e nella fuga si sono schiantati perdendo la vita. Il padre di uno di questi chiede giustizia e dice: «Qualcuno deve dire chi li ha uccisi». Nel quartiere dove costoro abitavano, alla notizia della gravissima disgrazia, è scoppiato il finimondo, auto a fuoco e gravi atti di violenza contro le forze dell'ordine intervenute, dimostrando per l'ennesima volta l'incultura e l'odio che spesso si ripete in queste circostanze. Certo sentire che due giovani hanno perso la vita così stupidamente addolora un pò tutti, ma sentire il padre di una delle vittime prendersela con chi ha agito nel compimento del suo lavoro e dovere mi sembra troppo. Penso che questa persona dovrebbe prendersela con se stesso, dovrebbe cominciare a interrogarsi su se stesso, sull'educazione che ha dato a suo figlio, sul suo senso della giustizia e delle leggi, ma non lo fa sarebbe un processo di fatica insopportabile; dovrebbe "resettare" tutta la sua vita e ricominciare da capo. Sempre che ne sia in grado.
Se gli abitanti di quel quartiere dovessero fare altrettanto, andrebbe in frantumi una cultura millenaria, o una millenaria as-senza di cultura, e quella gente si sentirebbe totalmente priva di sicurezze. Perché le sicurezze di quell'uomo e di quella gente sono tutte lì, nello Stato nemico, nella legge ingiusta, nel destino crudele.
Il loro atteggiamento non è comunque singolare, non è limitato alla Sicilia, ma si sta diffondendo in tutta Italia in ogni sua regione e classe sociale. È il modo più facile di cavarsela quello dell'incolpevolezza soggettiva, e mi sembra che sia praticato con sempre maggiore convinzione. Insomma, la colpa è sempre dello Stato.

lunedì 20 ottobre 2008

I primari interessi....

Ultimamente pare che ad alcuni uomini non interessi altro, ma poi si lamentano se l'economia va a rottoli, se la malavita ci strittola, insomma non cercano di ottenere ciò che amano e si accontentano di amare ciò che hanno, anche se hanno ben poco. Così va il mondo.

domenica 19 ottobre 2008

L'isola dei famosi...

Nell'isola dei famosi il reality show di Rai Due, condotto da Simona Ventura, nel quale dodici concorrenti VIP devono riuscire a sopravvivere in un'isola deserta senza nessuna comodità (devono costruirsi un rifugio, accendere il fuoco, procacciarsi il cibo, ecc.). I concorrenti posseggono un kit di sopravvivenza di base che, grazie ad alcune prove collettive, possono arricchire di nuovi oggetti. Una volta a settimana si svolge la prova leader, gara di destrezza, equilibrio, forza, ecc., per determinare il leader della settimana, concorrente che diventa immune dall'eliminazione nella successiva puntata. Ogni settimana, in diretta, si svolgono le nomination attraverso le quali i concorrenti vengono progressivamente eliminati. In finale rimangono gli ultimi concorrenti superstiti a contendersi il premio in denaro per il primo classificato.

Una bella prova per personaggi abituati ad avere tutto con troppa facilità, peccato che sia diventata una infelice trasmissione, specchio della società sfilacciata e degenerata nella quale, noi, viviamo.

Linguaggio triviale, comportamenti tribali, permanente antagonismo conflittuale, sboccata litigiosità, non solidarietà né amicizia, soltanto rabbia, invidia, cattiveria, violenza. Una trasmissione licenziosa e volgare con l'aggravante di piacere a milioni di italiani, indice dei tempi magri in cui siamo sprofondati, dimentichi del garbo e delle buone maniere. Insomma un cattivo esempio per quei giovani che oggi hanno come modelli di vita proprio quei personaggi.

venerdì 17 ottobre 2008

L'eurodeputata oggi insulta...

Attraverso la stampa ho appreso che una ex eurodeputata del partito comunista italiano di nome Dacia Valent, Figlia di un diplomatico italiano e di una principessa somala, lasciò la facoltà di ingegneria per entrare nella Polizia. Assegnata alla questura di Milano, chiese il trasferimento a Palermo, presso il servizio scorte. Pesantemente importunata da un passante, durante un turno di servizio a scorta dell'allora presidente della Regione Sicilia il socialista Salvatore Lauricella, la storia finì sui giornali diventando un caso nazionale, ha pubblicato sul proprio sito una lunga lettera contenente i peggiori insulti rivolti al popolo italiano. Ho verificato, tutto verissimo. Questa fine signora scrive:

“Voi non riuscite nemmeno a immaginare quanto sia difficile per me scrivere, tentando di non ferire le vostre povere sensibilità di piccoli bianchi, totalmente ignoranti del loro passato di carnefici di neri, ebrei e musulmani. Non conoscete nulla di quello che avete nel vostro DNA storico, vi riempite la bocca di ebrei solo per salvarvi la coscienza, raccontando di come gente tipo Perlasca – un fascista di m*rda che dovrebbe morire mille volte solo per essere stato fascista ed aver sostenuto fossanche per un solo minuto quel regime – ne ha salvato alcuni. Siete un popolo senza futuro perché siete un popolo senza memoria. Me ne fotto degli italiani brava gente. Anzi, mi correggo, me ne fotto degli italiani bianchi e cristiani, naturalmente brava gente. Non lo siete. Siete ignoranti, stupidi, pavidi, vigliacchi. Siete il peggio che la razza bianca abbia mai prodotto. Brutti come la fame, privi di capacità e di ingegno se non nel business della malavita organizzata e nella volontà delle vostre donne (studentesse, casalinghe, madri di famiglie) di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie. Anche quando dimostrate un barlume di intelligenza, questa si perde nei rivoli del guadagno facile e del tirare a fregare chi sta peggio di voi. Nessuna delle vostre battaglie ha un senso per altri se prima non produce un tornaconto per voi stessi. Dalla politica alla religione, dal sociale alla cultura, siete delle nullità. Capaci di raccogliere firme e manifestare, salvo poi smentire con ogni vostro atto quotidiano quello che a grande voce dichiarate pubblicamente. Andate a marciare da soli, che marci siete e marci rimarrete e non vi voglio profumare. Non avete una classe media, siete una penosa e noiosa classe mediocre, incivile e selvaggia. I giornali più venduti sono quelli che trattano di gossip e i programmi televisivi più gettonati - al fine di vendere le proprie figlie come bestiame, come le vacche che sono destinate inevitabilmente a diventare, vista la vostra genia – sono i reality. Avete acclamato qualsiasi dittatore e sottoscritto qualsiasi strage, salvo poi dimenticarvene ed assurgere come vittime di un élite. Non avete un’élite, cogli*ni, fatevene una ragione: i vostri deputati e senatori sono delle m*rde tali e quali a voi, i vostri capitani d'azienda sono dei progetti andati a male dei centri di collocamento, ma che o avevano buoni rapporti famigliari o il culo l'hanno dato meglio di voi. Non solo quelli al governo (o che fanno capo all'area governativa), anche e soprattutto quelli che fanno capo all’opposizione. Da quelli oggi al governo non ci aspettiamo nulla se non quello che da anni ci danno: razzismo, esclusione, spedizioni punitive, insulti ed umiliazioni. Ma da quelli all’opposizione, quelli che si sono arricchiti con anni di Arci, Opere Nomadi, Sindacati Confederali, e sempre sulla nostra pelle, facendoci perdere diritti che ormai davamo per acquisiti, ci aspettiamo che si facciano da parte. Sono ormai troppi anni che deleghiamo le nostre lotte a persone che in teoria dovrebbero averle fatte proprie, dimenticandoci l’infima qualità dell’italiano pseudobianco e pseudocristiano: non vale un c*zzo perché non ha valori che valgano. Un popolo di mafiosi, camorristi, ignoranti bastardi senza un futuro perché non lo meritano: che possano i loro figli morire nelle culle o non essere mai partoriti. Questo mondo non ha bisogno di schiavi dentro come lo siete voi, feccia umana, non ha bisogno di persone che si inginocchiano a dei che sia chiamano potere e denaro e nemmeno di chi della solidarietà ha fatto business. Ha bisogno di altro, che voi non avete e quindi siete inutili. Dite che non è così? Ditelo ai Rom perseguitati in tutta Italia, ditelo ad Abdoul, ditelo ai 6 di Castelvoturno, ditelo a Emmanuel, ditelo ai gay massacrati da solerti cristiani eterosessuali. Ditelo a mio fratello, bastardi. Ditelo alle decine di persone vere, non zecche e pulci come voi, che non denunciano perché sanno che se vanno dalla vostra polizia bastarda e assassina li umilieranno e magari li picchieranno di più e forse li uccideranno come l’Aldro [ammazzato come un cane perché pensavano fosse un extracomunitario], e se sono donne le violenteranno, e non avranno nessuno a cui rivolgersi per essere difesi. Ditelo a quelli che rinchiudete per mesi nei vostri campi di concentramento senza alcun genere di condanna, solo per gonfiare le casse di qualche associazione che finanzierà un qualche partito, generalmente di sinistra, ditelo a quelli che lavorano per i vostri partiti e sindacati da lustri senza avere un contratto ma in nero, ditelo a quelli che si sono fidati di voi per anni, ditelo a quelli che raccolgono l’ultimo respiro di quei maiali dei vostri vecchi, e a quelli che si sfilano dalle fighe delle nostre ragazze per infilarsi in quelle larghe e flaccide delle vostre donnacce, ditelo ai nostri ragazzi che vincono medaglie e che saranno il futuro di questo paese, ditecelo, figli di putt***. Ditelo col cappello in mano, e gli occhi bassi, cani bastardi. Ma sappiate che la risposta ve l’hanno già data a Castevolturno: Italiani bastardi, Italiani di m*rda. Io ci aggiungo bianchi, perché il discrimine è questo. Valete poco perché avete poco da dire e nulla da dare.”

Pur essendo da sempre contro ogni forma di razzismo leggendo le parole di questa signora sono inorridito perché una persona che dall'Italia ha avuto tutto ora si permette di sputare nel piatto in cui ha mangiato e pure bene, grazie ad uno stipendio da europarlamentare che le consentirebbe di sfamare alcune generazioni se, come molti sperano, tornasse nella sua Somalia.

La signora nel suo blog avrebbe dovuto scrivere di essere stata rinviata a giudizio per concorso in rapina per essersi appropriata del portafogli e del telefono cellulare di una cittadina d’origine polacca che si era recata negli uffici di un’associazione (dove la Valent lavorava) per denunciare discriminazioni ai danni di alcuni immigrati. Di essere stata arrestata nell’aprile del 1995, a Riano Flaminio, vicino Roma, per tentato omicidio nei confronti del convivente belga. Nel 1992 fonda e diventa presidente di una associazione anti-razzista, la SCORE italy (sezione italiana della Conferenza Permanente per l'uguaglianza razziale in Europa), in seguito nel 2002 questa associazione viene condannata dalla Corte dei Conti per la scorretta gestione dei finanziamenti regionali ottenuti per la realizzazione di centri di prima accoglienza di immigrati (sentenza n.603 del 25/2/2002).

Nel 1995 accusa alcuni sindacalisti della CGIL di aver richiesto prestazioni sessuali ad alcune somale in cambio di favori (come l'assegnazione di alloggi o viveri), l'accusa si rivelerà in seguito infondata.

Amareggiato perché le condanne di razzismo arrivano sempre a senso unico, solo quando le vittime sono gli altri. In questo caso arriva una vera e propria istigazione all'odio razziale con parole molto più forti di qualsiasi Borghezio o Gentilini di sorta. Se lo fanno i leghisti arriva subito un magistrato che avvia un processo penale perché razzisti, se lo fa una che è stata nel partito comunista prima e in rifondazione poi, nessuno se ne accorge e tutto passa tranquillamente in cavalleria, con la complicità dei mezzi di informazione che fanno finta di non sapere.

martedì 14 ottobre 2008

La colpa del crac?

In questi giorni in cui si sta assistendo se non alla fine certamente ad un drastico ridimensionamento di un sistema economico si va alla ricerca dei veri responsabili dell'apocalisse. Finanzieri? Banchieri? Speculatori? Certo ma non così chiaramente e non così fino in fondo; non a caso in Italia c'è già stato il tentativo di introdurre sur-rettiziamente una norma "salva-manager". Sussurrato a mezza bocca, in tono allusivo, bisbigliato, sottinteso, comincia a prendere forma un concetto secondo il quale i veri responsabili della catastrofe sono i mi-serabili che hanno coltivato l'illusione di potersi comprare una casa od altri beni materiali, o che hanno preteso di trascorrere una tranquilla e serena età della pensione.

Costoro sarebbero colpevoli di aver creato una domanda artificiale per la quale il mercato non ha potuto fare altro che rispondere e che ha portato ad intaccare le fondamenta del sistema economico. Oggi lo stato finanzia le banche alla fine pagheremo comunque noi. Secondo me ci stanno prendendo per dei perfetti babbei quando ci dicono che il salvataggio delle banche non si tradurrà in regali a queste ultime. Gli Stati nazionali di tutta Europa si sono impegnati a garantire i fondi dei risparmiatori depositati presso le banche in crisi. Per farlo devono mettere nel sistema bancario liquidità per comprare parte delle azioni, senza avere alcun diritto di voto. Ma per quasi tutti la liquidità è proprio quello che manca, in particolar modo manca ancora di più ad un Paese come il nostro che ha un debito pubblico di tutto rispetto.

Dove andrà a prenderli i soldi lo Stato? Li prende dove li ha sempre presi, facendoseli prestare darle banche centrali, le quali li genereranno a costo zero e li daranno ai vari Stati dietro pagamento di interessi pari al tasso di sconto (quando va bene) oppure pari all'Euribor, nel caso peggiore. Andrebbe tutto bene o quasi se le banche centrali fossero di proprietà dello Stato stesso, non è così perché le banche centrali, ormai non è più un segreto, sono possedute dalle stesse banche che ora gli Stati dovrebbero salvare. In altri termini lo Stato contrae un debito nei confronti delle banche centrali, e quindi indirettamente dalle stesse banche che intende salvare, un prestito non gratuito ma gravato da, interessi che pagheremo noi con le nostre tasse ai soliti banchieri che alla fine non solo non ci avranno perso nulla ma addirittura avranno guadagnato ingenti somme.

Bisogna riconoscere che molti hanno cercato di vivere al di sopra delle proprie possibilità creando quel nefasto mercato di prestiti personali a restituzione pressoché impossibile, ma un simile rovesciamento di responsabilità che vuole inchiodare alla croce l'uomo che alla fine del mese deve far quadrare i conti, di fronte a politici che hanno dissanguato il nostro paese, amministratori di società che hanno fatto fortuna conducendo le loro aziende al fallimento, speculatori che hanno gettato sul lastrico milioni di piccoli risparmiatori, sarebbe sinceramente vergognoso ed immorale. Qui non si tratta di etica della finanza ma di etica dell'uomo.

lunedì 13 ottobre 2008

Lo sport è morto e sepolto…

Meno male che lo sport dovrebbe essere la disciplina che accomuna, che avvicina, che elimina tutti i confini. Oggi nel terzo millennio ci sono invece gruppi di ultrà nati nel cuore più nero del-le curve italiane, che segue nelle trasferte la nazionale con un solo intento: fare casino. il calcio, come spesso succede, è soltanto un pretesto. Un esempio vergognoso per tutta l’Italia quello della la notte di Sofia gli scontri, i saluti romani, i cori fascisti, le marce, la bandiera bulgara bruciata sugli spalti. L’ennesima figuraccia internazionale del nostro Paese, condita dai tre arresti operati dalla polizia. Ma questi scalmanati sono veramente di matrice ipernazionalista e nostalgica oppure sono i soliti imbecilli scalmanati che non sanno quello che fanno. I cento italiani, protagonisti degli scontri, vengono isolati in al-to nel curvino accanto alla tribuna d'onore e protetti da un cordone di poliziotti in tenuta anti sommossa: durante l'inno di Mameli in molti tendono il braccio per il saluto romano al grido di «Duce, duce». Gli addetti ai lavori sostengono che «I cori Duce-Duce e il braccio teso durante l'inno di Mameli? In Bulgaria non è reato...». Ma il ministro dell'Interno Maroni, annuncia: «Per i tifosi italiani ar-restati dopo la partita Italia-Bulgaria è in arrivo il Daspo, il divieto di partecipare alle manife-stazioni sportive per cinque anni». Gli arrestati e gli altri , tutti perfettamente riconoscibili, immortalati dai fotografi europei? Gli ebeti sono sempre gli stessi ultra che, alla vigilia del Mondiale 2006 in Germania, annuncia-vano: «Siamo pronti a scontrarci con tutti». Speravano di trasformare la Coppa del mondo in un revival neonazista, ma furono tenuti a bada dalla polizia tedesca. Gli esperti di fenomeni di estremismo politico in Italia, sostengono che da circa tre anni c’é il tentativo dei neofascisti di infiltrarsi tra gli ultra, anche nelle tifoserie tradizionalmente di sini-stra o apolitici che, è diventato più forte e più marcato. All'inizio erano soltanto un centinaio. Ma oggi sono uniti dalla stessa aspirazione: creare un gruppo organizzato al seguito della nazio-nale di calcio modellato come quello degli hooligans inglesi, e il loro numero è aumentato anno dopo anno. Fino a raggiungere, stima la polizia, le settecento-ottocento unità. Quindi facendo una media: 70 kg per 800, se non sbaglio fa 5.400 kg. Mai vista tanta merda tutta insieme. Ecco cosa esportiamo in concomitanza con la trasferta della nazionale italiana.

giovedì 9 ottobre 2008

Il silenzio sulle morti sull lavoro

Resta all'Italia il non invidiabile primato delle vittime sul lavoro in Europa. Ancora una volta un ragazzo muore lavorando. Il destino, amaro, vuole che, quasi contempo francamente, altri disgraziati, sfortunati lavoratori, in Italia perdano la vita lavorando. Sembra quasi un bollettino di guerra. Non passa giorno che la cronaca non registri una disgrazia gravissima. E pensare che poco tempo prima il presidente Napolitano scagliava tuoni e fulmini contro le morti bianche e contro tutti coloro che sono preposti alla tutela della salute e della incolumità, delle regole. Il governo, a muso duro, aveva disposto una task-force degli ispettori Inail-Asl, che fine hanno fatto?

A cinque mesi dall'entrata in vigore della legge 123/07, che ha stabilito nuove norme in materia di sicurezza sul lavoro, i coordinamenti provinciali delle attività ispettive stanno appena muovendo i primi passi mentre il personale impegnato nella prevenzione infortuni, al ritmo attuale, impiegherebbe 23 anni a controllare tutte le aziende. L'Anmil inoltre sottolinea anche come si intervenga quasi sempre a cose fatte e molto raramente a livello di prevenzione. I sindacati, tutti, proclamavano (meglio strombazzavano) agitazioni, presidii, minacciavano scioperi. Tutte le forze politiche facevano la loro parte con una sorta di gara (tra di loro) con una speculazione senza precedenti. Perché accadono certi infortuni fino a causare la morte del lavoratore?

Siamo il Paese, in Europa, che registra il più alto numero di incidenti sul lavoro con tutte le conseguenze invalidanti che ricadono sulla collettività prima, e sulla sofferenza dei parenti dopo. Nelle cifre ufficiali, seppure meno allarmanti di quelle relative alle vittime, non sono compresi gli incidenti che non vengono denunciati da chi è impiegato nell'ambito del lavoro nero dove, secondo l'Inail, si verificherebbero almeno 200 mila casi. Per evitare tutto questo scorrimento di sangue occorrerebbe un maggiore investimento sulle attività di prevenzione e controllo, l'introduzione di sanzioni adeguate alla gravità ed alle conseguenze dei comportamenti, l'organizzazione di un apparato amministrativo e giudiziario che assicuri l'applicazione certa e rapida delle sanzioni e la promozione di iniziative informative, formative e culturali che sviluppino nel medio-lungo periodo una maggiore attenzione alla prevenzione.

Ma non si fa assolutamente nulla, solo silenzio. Vergogna per il silenzio totale del colle, dei sindacati, delle autorità. Brutto silenzio! Meglio le urla! Fa più notizia l'aggressione ad un cinese da parte di un gruppo di bulletti che la morte di tanti padri di famiglia che per tirare a campare lavorano forse più di quanto il loro fisico richiede. La notizia che il clan dei casalesi, che se ne infischia dei soldati mandati a presidiare, che ammazzano davanti a tutti una persona fa da cornice, triste, rabbiosa, a un quadro sociale e politico che ha, sotto questo aspetto, ovvero la sicurezza, dell'incredibile ma squallidamente vero disastro. Siamo in mano al destino, al caso, viviamo di speranze. Dobbiamo rassegnarci?

martedì 7 ottobre 2008

I delinquenti non hanno un'etnia particolare.

Noi italiani dimentichiamo facilmente. Abbiamo dimenticato che all’inizio del secolo gli italiani emigravano in massa verso gli USA, America del sud, Svizzera, Germania, Inghilterra etc… Abbiamo dimenticato che oltre ai lavoratori onesti emigrava anche il fiore della delinquenza italica e gli USA ne sanno qualcosa. Basta pensare alla mafia che ha invaso l’America….

Oggi stranamente abbiamo la puzza sotto al naso, siamo diventati schizzinosi, e oltre al colore della pelle ci infastidisce tutto ciò che è straniero. Ma non è che siamo improvvisamente diventati razzisti?

Nonostante Maroni dichiari che sono solo casi isolati e continuiamo a ripetere che non siamo razzisti, che siamo tolleranti, che accettiamo chi è diverso da noi, che accettiamo le culture diverse, ma poi leggo i vari giornali e scopro che in realtà non è così, scopro che oggi in Italia c’è un attacco di exonobia che ha colpito l’intero stivale. Lo confermano i fatti accaduti in questi giorni: il giovane Emmanuel Bensu Foster pestato dalla Polizia Municipale di Parma, la somala Amina Sheikh Said costretta a spogliarsi e lasciata nuda per ore, accusandola di essere “nera dentro e fuori”.

Questi sono i casi più clamorosi quelli che finiscono sui giornali, ma ci sono tanti altri casi, in cui gli stranieri vengono insultati e offesi gratuitamente. Spesso si sentono dire: Non vi vogliano, tornate a casa vostra. Alle donne: togliti quello straccio di velo. Insomma un clima avvolge il problema dell'immigrazione. Ma nonostante questo clima sempre più caldo, io continuo a stare dalla parte di questi ultimi. E non perché mi senta, ammantato da buonismo o, peggio, da falso buonismo. Ma perché io sono convinto che gli immigrati siano una risorsa e penso che questo lo sappiano meglio gli imprenditori (grandi o piccoli), che di loro fanno largo e conveniente uso, piuttosto che l'uomo della strada bombardato da variegati e contraddittori messaggi.

Dobbiamo metterci in testa che non tutti gli stranieri sono delinquenti e quelli che lavorano onestamente dobbiamo aiutarli a integrarsi, non possiamo scartarli e isolarli a priori. La soluzione della questione delinquenziale è semplice: basterebbe applicare e far osservare, per tutti, bianchi e meno bianchi, occidentali e orientali, le leggi, che esistono. Il delinquente non ha un'etnia in particolare: il delinquente è delinquente di tutti i colori. Piuttosto questo Stato è in grado di prevenire e di reprimere tutti quegli atti contrari alla legge e al rispetto dei diritti altrui? Che il fenomeno dell'immigrazione possa ridimensionarsi è impensabile. Anzi, per i prossimi anni l'Istat ha previsto un significativo aumento dei flussi. Non sarebbe meglio farsene una ragione e cercare di sfruttare al meglio questa risorsa disciplinando meglio, questo sì, il complicatissimo e zoppicante sistema per la regolarizzazione degli stranieri.