La prima volta che fidi un nuraghe, ero un bambino e passeggiavo con un dei miei tanti zii per la campagna del mio paese. Me lo trovai davanti e guardandolo chiesi a mio zio - e questo? - questo è un nuraghe…
Avevo la fortuna di abitare in una delle più belle isole del mondo, in una zona in cui i nuraghi quasi li abbiamo in cortile. Guardai ancora quel gigante e, quasi con riverenza gli girai intorno ammirandolo da ogni lato. Indietreggiai finendo il mio giro, ma una parte di me rimase lì, nella sua ombra. Partii poco più che ragazzo ma in tutti questi anni ho sempre avuto il desiderio di tor-narci, ma si sa, le cose fondamentali ti fanno accantonare quelle meno importanti e così il tempo passa, si cresce si mete su famiglia e hai meno tempo per coltivare i tuoi hobby.
Ci sono tornato poco tempo fa, con la mia inseparabile fotocamera, era il tramonto, l’ora che preferisco per i miei scatti; e lui era sempre là, da millenni, ad aspettare qualcuno a cui raccontare le sue storie….. Questa volta mi sono seduto su un sasso godendomi i resti di questa meravigliosa civiltà dei nuragici. Un popolo eccezionale che secondo le ultime scoperte, era pervenuta ad uno sviluppo della civiltà, ad una vita sociale e ad una ricchezza superiore a quella di tutti gli altri popoli costieri del bacino occidentale" così si esprimeva il Patroni in: (Storia Politica d'Italia : La Preistoria pag.509/511). e oltre trent'anni fa, lo studioso Paul Mac Kendrick (accademia Americana di Roma) in: The mute stones speak, asseriva che "Appare chiaro dalle scoperte archeologiche e dai monumenti ancora in piedi come il livello di cultura della Sardegna fosse più avanzato e non il contrario di quello del continente italico" (opera citata/pag. 13 nella trad. italia-na /Longanesi Editore 1976). Il silenzio irreale conciliava una sorta di sogno in cui si rivedevano antichi riti e scene di vita ordinaria… È incredibile come certi luoghi hanno il potere di crearti angoscia o paura, riverenza, rispetto, o risvegliare emozioni sconosciute nascoste nell’inconscio, come succede nell’incanto delle aree nuragiche; o caricarti di energia se ti trovi al centro di un circolo megalitico. La sua magia ti trasporta e pensi a quanta precisione uomini di tempi assai antichi mettessero nella costruzione di pozzi sacri, dove la luna si ricon-giunge alla terra attraverso l’acqua, in particolari date sapientemente previste da quelli che dovevano certamente conoscere formule matematiche, combinazioni astronomiche che permettevano i loro riti propiziatori di fertilità per le donne e virilità per gli uomini. O ancora, costruisse circoli megalitici in similitudine con quelli di Stonehenge…..
È l’imbrunire ormai, riapro il mio obbiettivo con un tempo di posa più lungo, un’ ultimo scatto e mi avvio verso casa, felice di aver colto ancora una volta la voce del popolo che sono le mie radici.
Seminario Inka
13 anni fa
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