Umberto Bossi entra alla Camera mostrando il pungo e digri¬gnando i denti. È l'immagine di chi torna a Roma da vincitore conscio del peso che la sua creatura politica, la Lega Nord, assumerà per l'intera legislatura.
I cronisti chiedono se sarà possibile dialogare con la sinistra. Bossi replica brusco: «Non so cosa vuole. Noi siamo pronti; se vogliono fare gli scontri, io ho 300 mila uomini sempre a disposizione, se vogliono accomodarsi... Mi auguro che la sinistra scelga la via delle riforme, non come l'altra volta che non vollero assolutamente la riforma federale». Parole forti che cozzano con gli inviti alla moderazione verbale che Silvio Berlusconi gli rivolge insistentemente da giorni. Appena l'altra sera il Cavaliere ha definito le armi citate da Bossi «fucili di carta». Ma lui replica laconico: «I fucili sono sempre caldi». Il ritorno del senatur a Montecitorio, per la prima volta come deputato dopo il malore dell' ll marzo 2004. Più tardi Bossi dice la sua sul governo ostentando ottimismo dopo la tensione degli ultimi giorni, senza però rinunciare a qualche battuta agrodolce nei confronti del futuro premier: «Alla fine Berlusconi troverà la soluzione: sono fiducioso, sennò avrei preteso i ministri prima del voto dei presidenti delle Camere, quando avevo il coltello dalla parte del manico». Basta minacce da Bossi! «Ho trecentomila uomini con i fucili caldi da usare contro la sinistra... se non è d'accordo con le riforme...». Queste e ultime sconcertanti, anticostituzionali e deliranti parole pronunciate da Umberto Bossi.
È una vergogna che lo Stato Italiano continui a pagare lo stipendio del senatore che, oltre ad essere volgare e arrogante, continua a minacciare chi non la pensa come lui. E allora le persone, che sono di sinistra e si sentono minacciate continuamente, potrebbero pensare di denunciare Umberto Bossi alla Procura della Repubblica, preposta a difendere gli interessi di tutti i cittadini, anche se Silvio Berlusconi ancora una volta ci dirà che si tratta solo di espressioni colorite ed iperboliche.
Il presidente del consiglio dovrebbe inoltre far fare i test psicologici per verificare la personalità e il carattere dei suoi alleati e non dei magistrati. Dobbiamo ricordare all'illustre Bossi che non è stata la "sinistra" a non volere la riforma federale, bensì il popolo italiano, che ha bocciato la riforma nel 2006, attraverso un referendum sulla devolution democraticamente indetto.
Viene da molte parti l'invito a rispettare il risultato delle elezioni come espressione della volontà popolare; bene anche questa è volontà popolare e se Bossi non la rispetterà sarà lui a doversela vedere con noi, ma si tranquillizzi il senatur, noi ci presenteremo al suo cospetto armati solo delle nostre idee e i sui caldi fucili se l’infili su per il culo.
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