mercoledì 21 maggio 2008

Missione in Afghanistan macché pace, è guerra persa…



Ma noi italiani che cosa ci stiamo ancora a fare in Afghanistan? Qualche tempo fa la destra e la sinistra ci hanno raccontato che siamo in missione di pace? Ma quale missione di pace, ma siamo realisti. Queste sono guerre perse in partenza. Nello scontro tra ideologie così diverse non riusciremo mai a portare il nostro modello di democrazia. E poi perché dovremmo farlo? Perché esportare una democrazia che in realtà non è democrazia. E poi quanto tempo occorrerà ancora per liberare quello stato dal terrorismo, anni o secoli? Lasciamoli vivere con le loro ataviche usanze. Il divario di civiltà esiste e non è ancora maturo il momento storico per colmarlo. Sotto il profilo dell'interesse economico, certamente ha contato l'attrazione per il petrolio iracheno. Ma per l'Afghanistan? Grande il doppio dell'Italia, con 31 milioni di abitanti, senza industrie né attività, sappiamo che è uno dei più importanti coltivatori di papavero ed esportatori di droga del mondo e con l'attuale occupazione militare la produzione non è affatto calata. È questa che ci interessa? No, non credo, quello che interessa agli squali saranno sicuramente i milioni di dollari della ricostruzione. Milioni di dollari che non valcono tante vite umane. Il terrorismo, questa è la guerra peggiore perché in grado di dilatarsi facilmente in ogni paese sotto le esperienze afghane, irachene, libanesi, palestinesi. E come si può condurre la guerra contro il terrore? Nella lotta terroristica non c'è la guerra formale di uno Stato contro un altro Stato, la divisa contro un' altra divisa, ma ogni cittadino è in guerra perché può diventare improvvisamente, inaspettatamente vittima di forze occulte.
Non è bastata l’esperienza del Kosovo? Vero nessun soldato italiano tra le vittime, ma le vittime ci sono state al rientro a casa perché la maggior parte di quei giovani ventenni, oggi sono morti, sono morti per i tumori provocati dall’uranio impoverito, sono morti per l’incapacità dei nostri politici, sono morti perché nel Kosovo sono andati senza l’appropriato equipaggiamento che li proteggesse dai potenziali effetti nocivi, sia tossici che radioattivi, dell’uranio impoverito legati alla sua incorporazione all’interno dell’organismo, che può avvenire generalmente in 2 modi: per ingestione o per inalazione.
Quanti anni dobbiamo aspettare prima che sia finita questa “missione di pace”, e quanti milioni di euro si spenderanno per una guerra persa in partenza? Milioni di euro che andrebbero utilizzati diversamente… per la ricerca, e altre priorità.

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