martedì 29 aprile 2008

Sulla sicurezza molte parole ma ora servono i fatti…

Dopo questi mesi di promesse, speriamo non da marinai, dell'ultima campagna elettorale, dopo gli spot finalizzati al consenso, dopo che dalle urne sono emersi consenso o dissenso, il susseguirsi di fatti inaccettabili per una nazione cosiddetta civile, l'amara realtà ci riporta con i piedi per terra e ci mostra ancora una volta violenza all'ennesima potenza sulle donne e sui bambini indifesi.
Abbiamo speso fiumi di parole e in Italia ancora non è cambiato nulla. Abbiamo collezionato fenomeni delinquenziali senza che le Istituzioni li abbiano fronteggiati a dovere. Un Paese che ha detto a chiare lettere di volere la sicurezza, merita che la classe politica, tutta la classe politica, faccia barriera e inizi davvero a ragionare a larghe intese per porre soluzione alla gravita e all'urgenza del problema. Certezza della pena e celerità dei giudizi sono il minimo che si deve fare, poi rispetto delle regole e rispetto del lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, che vedono altrimenti invalidato il loro lavoro sono il naturale e indispensabile compendio. È troppo sperare che anche i nostri istituti di pena non funzionino solo come alberghi a 5 stelle per tanti delinquenti che, nel nostro sistema di detenzione vedono, all'occorrenza, solo un comodo e ben sopportabile soggiorno che non funziona certo da deterrente per loro, ma tanto pesa sulle tasche dei cittadini?
È troppo sperare che un giorno non sentiremo più dire: «La polizia li prende ma il giorno dopo sono già fuori...»?
È troppo sperare che il capo del carroccio smetta di blaterare contro Roma ladrona e contro la gente del sud, e gli stranieri.
È troppo sperare che i sindaci leghisti del Nord Italia la smettano di applicare ordinanze assurde tipo non celebrare matrimoni misti, sostenendo di sentirsi più vicini ai timori delle persone comuni. Come se questo fosse l’unico rimedio all'illegalità.
La gente è esasperata dall'esponenziale crescita della criminalità, ma come si combatte il problema?
Probabilmente non chiudendoci dentro al guscio dei nostri confini, etichettando come pericoloso tutto quello che viene da lontano o che è culturalmente diverso da noi. La politica ha il compito di delineare come intervenire sui temi della sicurezza, le autorità hanno il compito di proteggere i cittadini, tutti i cittadini, e far rispettare le leggi; i cittadini hanno il compito di denunciare laddove necessario tutto ciò che non funziona.
Allora va bene la lotta all'abusivismo, va bene imporre espulsioni nei confronti di soggetti o comunità pericolose per il bene comune, va bene far rispettare nei minimi dettagli senza possibilità di sgarro la legge. Ma va bene anche dove c'è uno spiraglio di integrazione tendere una mano, fare delle scelte diverse.
È troppo sperare che il pienone delle carceri non sia più un motivo valido per concedere condoni e per creare il pienone delinquenziale fuori dalle mura?
Cari politici, svestite gli abiti da marinai e fatevi paladini dei problemi reali della gente che vi ha eletti, e fateci tornare a camminare in tranquillità per le vie delle nostre città.
Cari politici, spogliatevi dei diversi, colorati vestiti della competizione e non fate più orecchie da mercanti, voi sapete bene che ci saranno nuove elezioni e gli italiani non sono degli imbecilli e possono ancora una volta capovolgere l’attuale situazione. Non pensate solo ai lauti stipendi, e alle agevolazioni che da oggi godrete, non pensate solo ad occupare le vellutate poltrone, ma tirate su il culo e lavorate per l’Italia, per questo vi abbiamo eletti e non certo per prenderlo ancora una volta nel di dietro… non siamo masochisti e la nostra pazienza è finitaaaaaaaaaaa.

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