La crudeltà è crudeltà. La crudeltà sugli animali conduce alla crudeltà sulle persone? Chi è violento verso gli animali è solo un violento vigliacco. Le ricerche confermano la forte correlazione esistente tra al violenza contro gli animali e la violenza contro gli umani. Se l'importanza degli episodi di violenza sugli animali come indicatori di relazioni familiari disturbate e campanello d'allarme per futuri comportamenti aggressivi nei confronti di umani è ormai assodata, non possiamo neanche ignorare come la violenza verso gli animali scaturisca dalle medesime cause della violenza verso gli umani e perciò l'abuso di animali nell'infanzia non debba più essere considerato come una fase di passaggio. Uno studio condotto dalla Northeastern University e dalla Massachussets Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha rilevato che in un lasso di tempo di 20 anni, un gruppo di 153 persone violente con gli animali erano 5 volte più tendenti a commettere crimini violenti, 4 volte più tendenti a commettere reati contro la proprietà, e 3 volte più tendenti a commettere reati connessi con l'uso di stupefacenti di un gruppo di con-fronto composto da 153 persone non-violente con gli animali. La violenza contro gli animali manifestata da ragazzi è spesso uno dei primi indici di una natura aggressiva. Chi è crudele è crudele. Punto.
Il salto di specie in questo caso è rappresentato solo dal fatto che gli animali, contraria-mente agli umani, sono indifesi dalle leggi e dalle istituzioni per cui abusare di loro è mol-to più semplice. I vigliacchi, bambini o adulti, da soli, in branchi o a squadre, sanno quindi con chi sfogare i loro istinti di onnipotenza. Ed è così che tirare pietre a un gabbiano è un gioco innocente per la distrazione del pargolo, tenere un cane legato a catena per tutta la vita, una normalità, sparare a milioni di creature per divertimento uno sport, allevare animali in condizioni aberranti un business mondiale indiscusso. L'indifferenza colpevole con cui individui, società e istituzioni ignorano il mare di crudeltà che viene inflitto agli animali è però come un gatto che si morde la coda. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia… Amare gli animali significa rispettare la loro natura e non "umanizzarli". Infatti, trovo crudeltà anche nell'antropomorfizzazione degli animali, la perversione della loro natura. Trovo pratica crudele mettergli le braghette e fargli la permanente, castrarli, sterilizzarli senza avergli concesso almeno una maternità, e obbligarli a imitarci, privarli di una relazione consona alla loro natura con l'ambiente, segregarli nei divani dei salotti e farli crepare di mal di fegato per il troppo cibo e il poco consumo di energie. Gli animali hanno diritto allo statuto di "esseri" e questo gli viene almeno in parte anche ga-rantito dalla legge, ma abbiamo, credo, bisogno di essere ancora educati a riconoscere la na-tura degli esseri con cui vogliamo o dobbiamo convivere e con i quali dobbiamo avere un rapporto di convivenza reale, e franco. Per questo occorre diffondere il deciso e forte messaggio che l'insegnamento della cultura del rispetto verso tutte le creature viventi - umane e non-umane - è un investimento fondamentale per il futuro di tutti.
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