La Lega, la stessa che agli albori tuonava contro le ruberie, i privilegi e il clientelismo di Roma ladrona, partita da Lenin e passata per Carlo Cattaneo, sta ultimando la metamorfosi che l'ha portata ad assuefarsi alla stagione dell'abbondanza e all’immedesimazione nelle consuetudini del potere: privilegi, scorte, poltrone, giornali di partito e magioni a prezzo di saldo.
Bossi tuonava contro il clientelismo, il nepotismo e gli arrivisti, inveiva contro il mercato delle poltrone dei partiti della Prima Repubblica e poi non ha disdegnato di regalare al fratello Franco Bossi e al figlio Riccardo Bossi una poltrona di funzionario alla Commissione europea di Bruxelles, con allegati degni curriculum vitae di esperto di autoricambi e studente fuoricorso. Assunti presso il Parlamento europeo con la qualifica di assistenti accreditati. Portaborse, avrebbero detto i padani duri e puri di una volta. Ma pagati sontuosamente. Per l'attaché, ogni deputato riceve, infatti, 12.750 euro.
A scegliere Riccardo, Francesco Speroni, che in tema di nepotismo aveva già fatto spallucce davanti a un’altra polemica: la designazione, come presidente della provincia di Varese, di Marco Reguzzoni, marito di sua figlia Elena.
A scegliere come braccio destro Franco Bossi, è stato Matteo Salvini, già direttore di quella Radio Padania Libera che per anni ha cannoneggiato contro il clientelismo e le assunzioni in Terronia di amici, cognati e parenti.
Lo stato maggiore padano, con il codazzo di parenti e portaborse, dopo aver distribuito con amorevole democrazia, pari offese a negri, meridionali e musulmani dal palco, al termine del rito celtico dell'ampolla del Po, si è andato a crogiolare nell'intimità dell'Hotel Metropole, camere da 500 euro a notte, alla faccia di chi non arriva alla fine del mese. Parafrasando Richelieu, la coerenza è una solo una questione di tempi. Mi verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere…
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