giovedì 18 settembre 2008

Rom, processo all'Italia

Il Tapiro d' Oro, il premio satirico creato nel 1996 da Antonio Ricci per la sua trasmissione Striscia la notizia. Oggi dovrebbe essere consegnato al premier Silvio Berlusconi, al ministro Roberto Maroni e a tutto il governo italiano. Il motivo? Il motivo arriva da Bruxelles.
Ieri, infatti, si è tenuto il vertice europeo sui rom: e, sul banco degli accusati, è finito proprio Palazzo Chigi. Mentre il presidente della Commissione Europea, José Barroso, stava svolgendo la sua relazione introduttiva, decine di presenti hanno mostrato magliette bianche rosse e verdi, i colori della bandiera italiana, e la scritta "Against Ethnic Profile" ("Contro la Schedatura Etnica") su un’immagine d’impronta digitale.
Una protesta che Barroso ha immediatamente accolto: «Anch’io sono d'accordo – si è interrotto, lasciando di stucco la delegazione italiana - Condivido quanto è scritto su quelle magliette. Come se non bastasse, qualche minuto dopo, buona parte dei presenti in platea ha lasciato l'aula mentre stava prendendo la parola, il rappresentante del governo di Roma, il sottosegretario al Lavoro, Eugenia Maria Roccella che ha potuto terminare il suo discorso solo alzando la voce per soffocare le proteste che giungevano dalla sala.
E, da quel momento, è stato un tutti contro tutti. Il finanziere e filantropo ungherese (di etnia rom), George Soros, ha sollecitato un ricorso, davanti alla Corte di Giustizia europea contro il ricorso alla schedatura con impronte digitali: «E' un modo profondamente sbagliato di affrontare la questione Rom. Non è un problema di sicurezza. Le schedature etniche sono e devono restare illegali. Spero che la Corte condanni queste misure».
I rappresentanti italiani hanno protestato, primo fra tutti il ministro degli Esteri, Franco Frattini il quale ha detto: «Sono sinceramente preoccupato per il livello di disinformazione delle normative che abbiamo adottato. Le misure che abbiamo preso servono alla identificazione, non alla schedatura, e sono norme che la Commissione europea ha già giudicato positivamente».” L'europarlamentare della Lega, Mario Borghezio, come sua abitudine ha usato toni molto meno diplomatici: «L'Europa farebbe bene a preoccuparsi di come sono trattati i rom in Romania, non in Italia», ha protestato. A quel punto è intervenuto il Commissario Uè alla Libertà e Giustizia (il Guardasigilli della commissione), Jacques Barrot, francese, che dichiarando che i censimenti nei campi rom, dopo le correzioni che avevano richiesto, sono in linea con le leggi europee. Di aver criticato l’originaria formulazione delle norme italiane che, correttamente, sono state modificate prime di essere approvate. Tuttavia - ha poi aggiunto – “ tra qualche giorno invieremo una delegazione di parlamentari europei per osservare la corretta applicazione di quelle norme». Ma è stato Vladimir Spidla, commissario europeo agli Affari Sociali, che ha criticato, più di tutti, la decisione della Commissione di dare via libera alle normative italiane. «Non accetteremo mai la discriminazione e l'esclusione sociale dei Rom - ha detto, nel corso di una conferenza stampa alla quale si è presentato, significativamente, assieme a Soros - i nomadi sono vittime di una discriminazione collettiva e non solo individuale. Faccio appello a tutti i governi europei affinché aumentino gli sforzi a sostegno delle politiche di integrazione. La protezione dei dati personali deve essere sempre rispettata». Chi vuole intendere intenda…

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