martedì 17 giugno 2008

L'oscuro potere del calcio...

Non sono un grande amante del calcio, ma durante i mondiali o gli europei, mi concedo qualche partita giusto per vedere le imprese della nostra nazionale.No, non voglio parlare delle partite e dei risultati, anche perché credo sia inutile parlarne...

Vorrei però porre l’accento su una cosa che mi fa detestare sempre di più il mondo del calcio italiano. Avete notato che i campi svizzeri non hanno recinzione e che a fine partita i calciatori sono andati a bordo campo ad abbracciare mogli e figli? Una scena così in un campo di calcio italiano sarebbe pura fantascienza.

Seconda riflessione il patriottismo. Già il patriottismo che esplode in occasione dei mon-diali o degli europei di calcio come per incanto ai balconi delle città appaiono le bandiere tricolori, unico esempio di patriottismo che si ripete esclusivamente in occasione di tornei internazionali. A questo punto il primo articolo della Costituzione dovrebbe essere modificato come segue: l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sulla nazionale di calcio e il patriottismo viene manifestato ogni due anni in occasione della partecipazione ai principali tornei internazionali. Altro che fondata sul lavoro.

Terza riflessione sull’immagine del paese. In questo periodo in cui, nonostante tutti i problemi, si parla solo di calcio, viene spontaneo e persino ovvio affermare che questo sport è l'immagine di tutto ciò che avviene, nel bene e nel male, nel nostro Paese. Un paese in cui si spendendo centinaia e centinaia di milioni di euro per gli ingaggi e per gli stipendi dei calciatori. Calciatori che oltretutto in un mese guadagnano più di 100 impiegati e più di 100 operai, e anche senza lavorare, visto che per loro il calcio è un divertimento. Allora ci si chiede se l'immagine non sia volutamente distorta e vista con una lente deformante, quella di un paese dove non si riesce a smaltire la spazzatura, dove si riesce a fare andare a bagno la compagnia aerea di bandiera, dove il sistema ferroviario è in perenne lotta tra una inutile innovazione tecnologica di immagine e una triste realtà di obsolescenza e totale disservizio, dove la ricerca scientifica non trova fondi. Ultima riflessione su ciò che gli altri pensano di noi. Dell'Italia e degli italiani è stato detto di rutto e di più. Che perdiamo una partita di calcio come se perdessimo una guerra e che perdiamo una guerra come se perdessimo una partita di calcio. Siamo antipatici come lo sono di solito i primi della classe. Siamo quindi odiati perché siamo proprio la miglior nazione del mondo. Appena possono ci sgambettano, ci boicottano, ci penalizzano. Ci dobbiamo guadagnare e meritare tutto con grande fatica. Ma ci riusciamo sempre e in tutti i campi. Se vuoi il meglio di un'auto o di una moto, devi avere una Ferrari o una Ducati, se vuoi mangiar bene devi mangiare italiano, se vuoi vestir bene devi vestire italiano, raffinatezza, eleganza sono solo made in Italy. Abbiamo i quattro quinti dei tesori artistici del mondo. Primeggiamo negli sport anche se dobbiamo competere con nazioni grandi come continenti.

Ma perché i nostri politici non si rendono conto che l’unico campo in cui siamo ultimi è proprio la politica?

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