In questo post vi propongo un interessantissimo lavoro di catalogazione e rielaborazione degli esseri fantastici della nostra splendida isola. Ho preso spunto da una raccolta di Gianluca Medas, nel link che segue potrete visitare la pubblicazione originale intitolata: “ Mostri in mostra Umbras”. http://web.tiscali.it/umbras/index.html
AMMUTADORE
È un essere che agisce collegato con il sonno della sua preda. Si capisce che si è introdotto nel sonno perché provoca una sensazione di angoscia, soffocamento e oppressione nel malcapitato. Essendo un incubo è estremamente difficile cacciarlo via. È il terrore dei pastori che dormono in aperta campagna, poiché li attacca alle spalle, mentre sono indifesi nel sonno, soffocandoli con i suoi artigli. Non è facile cacciarlo via, ci sono alcune formule segrete che conoscono alcune vecchine.Altri nomi con cui viene chiamato questo incubo: AMMUNTADORE - AMMUTTAROI - MUNTADORI - MUTAROLLA
BRUJA, BRUSCIA
(brùsa, bru(i)xa = dallo spagnolo, meretrice, prostituta) Anche la bruja, come la coga, è principalmente una strega e in questo caso si va anche perdendo l'aspetto ematofago che si ritrova solo nelle zone di colonizzazione catalana (Alghero e nel campidano, dove viene oggi confusa con la coga a causa di una perdita di significato dovuta al tempo). La bruja quindi è bella e strega, tanto istintiva e selvaggia da essere avvicinata ad una donna di mal'affare o di facili costumi. Può certamente divenire moglie e madre ma manterrà sempre il suo aspetto notturno pregno di magia e istintualità.
COGA
Il nome deriva direttamente dalla pratica magica a base di erbe con le quali si preparavano filtri in particolare d'amore (appare una chiara origine dal latino coquere); femminile coga, maschile cogu, la "s" ne indica il plurale. Sono streghe presenti soprattutto al centro-nord e in particolare nel campidanese Si tratta generalmente di una donna malvagia che vive ai margini della vita del paese, vestita sempre di nero, maleodorante, con il volto profondamente scavato. Conosce le erbe e le loro funzioni. Recita formule magiche, prepara filtri per il malocchio, costruisce bambole di pezza, prepara filtri d'amore, fa morire le bestie con la forza della parola, ed altre nefandezze innominabili. È amica del diavolo. Il suo è un vero lavoro. È destinata ad essere Koga fin dalla nascita, come una condanna. Sa interpretare il lamento della STRIA e legge nel fondo del caffè. Viene avvicinata solo da fidanzate disilluse o illuse, da mogli stufe ed invidiose, e da banditi in cerca del felce maschio. Conduce una vita miserevole lontana da tutti temuta e disprezzata da tutti senza lasciare in eredità le sue terribili conoscenze.
GENTILES
Sono i più antichi abitatori dell'isola (ANTIGUS ANTIGOS), di statura gigantesca e forza sovraumana, hanno in genere un bell'aspetto, in alcune paristorias (leggende) si dice che avessero un occhio solo. Alcune grotte dell'interno, secondo qualche pastore, conservano i segni del loro passaggio. A loro si deve la costruzione dei monumenti funerari megalitici. In alcune leggende si racconta che ricevettero da EUSUPRIMUSONNENDI l'incarico di pastori della terra, per prepararla alla presenza dell'uomo. Uomo che in antichità ha avuto rapporti con queste figure leggendarie, e che da loro ha imparato a costruire le case di pietra, i NURAGHES. I GENTILES si muovevano cavalcando fascine di legna. Oggi il loro compito di pascolare la terra non è venuto meno, ma non si fanno più vedere dall'uomo con il quale non hanno più alcun rapporto. I numerosi incendi, la siccità, sono i segni del loro costante allontanamento. Si nascondono, secondo un pastore di NURAXI NIEDDU, tra i pochi alberi fitti rimasti in Barbaggia.
IL BALLO DEI MORTI
Può capitare che la notte si senta un suono di launeddas e il vociare di uomini e donne provenire da una chiesa. Questi, in allegria, cantano e ballano, invitando i pochi passanti notturni ad entrare e fare festa con loro. Sono i morti, che in alcuni giorni dell'anno scendono in terra sacra per fare festa, tuttavia non bisogna accettare il loro invito a ballare, poiché i loro piedi non toccano il pavimento, e potrebbe essere fatale. I vecchi lo sanno e all'invito dei morti sorridono e declinano l'invito. Ma c'è sempre qualcuno che non sa… ed i morti che ballano questo lo sanno.
IL MALIGNO
Nella TERRA A FORMA DI SANDALO alcuni nomi: AREMIGU - BALENTE - BEKKU - BESTIA - DIAULU - ZAMPADIADDU - FORASDENOSU - FORASDOMINE - INGANNADORE - LUSBE' - KODICELLA - KOAS DE FOGU- LUTTSIFERRU - MASKINGANNA - PUDIDU - PUTTSA - TENTADORI. Molti di questi spiriti maligni sono giunti dal mare, portati dal sapere dei MAZIABREBUS. Questi spiriti malvagi si incontrano la maggior parte in queste notti: di San Giacomo, di San Giovanni Battista, del Sabato Santo. Luoghi dove preferibilmente si manifestano:nei crocevia, nei luoghi sacri abbandonati, nei cimiteri, tra le piante di fico. Luoghi da evitare la notte dove si possono incontrare: davanti agli specchi, le acque dei pozzi, le sorgenti, i ruscelli, alcuni nuraghi e alcune grotte si dice siano custoditi da loro. L'incontro con uno spirito malvagio è assai temuto, perché tali esseri procurano spavento, cercano di sfruttare l'ingenuità con l'inganno, e scombinano la vita di chi incontrano. In particolare l'incontro con S'AREMIGU (già parente lontando dello AZATOH di ABDUL ALHAZRED del NECRONOMICON) può provocare la demenza in chi lo vede e disperdere il bestiame dei pastori come un vento impetuoso.
ISKULTONE (o Skrutsoni)
Secondo alcuni si tratta di uno STELLIONE (o TARENTULA MAURITANICA) rimasto in letargo sotto terra per 10 anni. Secondo altre fonti si tratta di un serpente o di un rettile di grosse dimensioni, altri ancora lo descrivono come un drago dalla sette teste con una croce in cristallo sulla fronte che chi riuscirà a prendere avrà fortuna per 5 generazioni. In realtà nessuno l'ha mai visto, perché queste specie di mostro si nasconde alla vista, anche perché la sua comparsa è assai pericolosa, il suo soffio, infatti, può uccidere, così pure il suo sguardo. Chi lo incontra, se non lo vede prima che lui lo veda, muore di colpo. S'iskultone a BESSEDU ha perfino rapito delle donne.
JANA, JANAS
La jana è una strega che si confonde con la fata. Eccetto che per alcune regioni dove mantiene il suo aspetto vampirico, la jana ha comportamenti tipici della sfera fatata. Se ci si avvicinava alle caverne che loro abitavano (le domus de janas) erano infatti capaci di stendere un velo bianco che ricopriva l'intera pianura incantando di meraviglia il viandante che veniva quindi rapito da servili nani crudeli. Queste leggende ricordano da vicino quelle più nordiche del Cerchio delle fate o delle grotte fatate. Sono di aspetto piccino e bellissime, e tessono su telai d'oro. Si dice che proteggano le grotte naturali, i dolmen e i vecchi edifici e alcune erano in grado di predire il futuro. A volte abitano anche i nuraghi e in questi casi non sono minute ma anzi gigantesse dagli enormi seni. Alcune però non erano pacifiche fate ma tipiche streghe malvagie: a Tonàra, Isilli e Asùni vivono in caverne, rapiscono i bambini e hanno una regina, Sa Jana Maìsta, che assale gli uomini che passano vicino alla sua grotta per succhiargli il sangue e poi rinchiudersi nella caverna e partorire dei figli. Particolare è poi la figura di Lucia Arrabiosa, o Giorgìa Raiòsa. Molto conosciuta che infatti viene descritta diversamente in base alle zone: ora donna avara trasformata in pietra per punizione (vedi la Domu de Orgìa nella pagina sulla storia sarda "Preistoria-Nuragica"), ora una gigantessa che porta sul capo enormi massi, ora una creatura mostruosa dalle lunghissime mammelle e con una lingua lunghissima che usa per infornare il pane, ora una potente alleata del diavolo che con esso costruisce i famosi passaggi sotterranei o, infine, una potente fata benefica che tesse nella sua casa nascosta tra le rocce. Le janas quindi sono fate, in alcuni casi si cibano di sangue e hanno una Regina (Jana Maista).
KADDOS BIRDES
Sono cavalli dal manto verde famosi per la loro bellezza. Difficili da incontrare, i cavallini verdi, sono dotati di poteri magici. Le paristorias dicono che il re di Monteleone e quello di Bisarcio ne possedevano uno. Il possesso di questi cavallini fu causa di guerre e della scomparsa di alcune città antiche (BARACE, e SANT'ANTIOCO di BISARCIO). Bisogna anche dire che avvicinare il cavallino verde è difficile, nessuno l'ha mai cavalcato. Appare all'improvviso così come all'improvviso scompare. Può essere che nella terra a forma di sandalo uno o due esemplari circolino ancora, un po come la foca monaca, un tempo amica e alleata dei Giganti, della quale restano un paio di esemplari. Una leggenda dice che quando ETEDLLA BILDE (è questo il nome di uno di loro) si farà cavalcare il giorno del re pastore verrà.
MARIA FARRANKA
Spirito che vive dentro i pozzi. Sta in letargo dentro un bozzolo, in attesa che qualcuno si affacci. Risvegliatasi lentamente Maria Farranka si arrampica verso lo sfortunato, fino ad acchiapparlo con i suoi artigli, gettandolo giù. Maria Farranka trasforma la sua vittima in un maialino, che andrà ad aggiungersi al branco che vive e pascola nelle strade scavate sotto terra. Nella terra a forma di sandalo, si trovano più di mille tunnel scavati da SOS ORIGANTES, un antichissimo popolo del quale sono rimaste pochissime e misteriose tracce. Queste strade sotterranee oggi vengono utilizzate esclusivamente da Maria Farranca, che se ne è impossessata proclamandosi regina. Principali vittime di Maria Farranka sono i bambini disobbedienti che si avvicinano troppo ai un pozzi disobbedendo alla loro mamma. Altri nomi: MARIA PUTZU, MAMA E'FUNTANA
MASKINGANNA
Significato del nome: Maestro degli inganni. A volte è una voce che chiama i dormienti (a PAULILATINO) i quali si svegliano terrorizzati in un bagno di sudore. Altre volte si comporta da spirito burlone, apparendo sotto forma di bambino piangente, o di oggetto che appare e scompare. Le sue azioni non hanno un senso logico, tutto ciò che fa, nasce dal desiderio di divertirsi nel compiere azioni che fanno spaventare le persone. Per cacciarlo via basta fare un segno della croce e gridare: "NOSTRA SIGNORA MIA" oppure, urinare la propria mano e gettarsi alle spalle il liquido.
MOMOTTI
Nessuno mai l'ha visto, quasi tutti l'hanno sentito camminare vicino al proprio letto. Si aggira vestito di un grande mantello color notte che ricopre il suo corpo. Nella mano sinistra tiene una grande sacca dentro la quale sistema le sue prede…i BAMBINI disobbedienti. Il suo nome è antico, più degli antichi romani e certamente nasconde lontane leggende dei SARDOPELLITI. Altri nomi: Bobbotti - Babborku - Bobboi - Mammone.
PANAS
Sono donne morte di parto condannate a tornare sulla terra, nelle ore notturne, ed a recarsi al fiume, per lavare i panni del parto, macchiati di sangue e le fasce del bambino. Per evitare tale condanna si usava mettere nella bara della puerpera un ago infilato col filo non annodato, affinche la defunta rimanesse occupata a cucire il corredo per il bambino e tralasciasse così di andare a lavare al fiume. Si trasformano in PANAS anche le ragazze nubili, rimaste incinte, che vengono affogate dai parenti in piccoli bacini d'acqua.
SA PALPAECCIA
È una vecchia che la notte di Natale mette una grossa pietra sulla pancia dei bambini "capricciosi" che non vogliono mai mangiare. Si aggira nelle strade ed ascolta i bambini che si lamentano con i genitori: "questo non mi piace; quest'altro mi fa schifo". La notte si introduce nelle case di questi passando attraverso la finestra, si nasconde nel buio e quando il bambino dorme gli mette sulla pancia l'enorme masso.
Si dice che i bambini che l'hanno incontrata hanno ripreso a mangiare con appetito. Chissà perché.
SA SURBILE
Sùrbile, sùrbentile (sùrbile, sùrvile, sùyvile = assorbente, che assorbe, strega, maga, vampiro) Il nome indica molte realtà diverse a seconda della zona in cui viene usato: a Marghine surbentile significa vampiro, a Ghilarza invece folletto. La strega vampiro. Si tratta di persone viventi che perlopiù conducono una vita normale, ma che sono irresistibilmente attratte dal sangue di bambino, e per soddisfare il loro desiderio sfruttano il potere di trasformarsi in mosca e di volare. L'aspetto esteriore spesso non permette di identificarle con certezza, tuttavia, alcune fonti, descrivono alcune caratteristiche che possono svelare una SURBILE: La Bruttezza è già di per se fonte di sospetto; poi il portamento trasandato, i capelli spettinati, le unghie lunghe, ed il corpo peloso. Un segno di riconoscimento nascosto tuttavia può svelarle; la coda. In qualche caso di Acciaio, di ferro, o a Forma di falce. Il più delle volte le SURBILES hanno una croce pelosa sulla schiena. Si diventa Surbiles: 1) facendo un patto con il diavolo2) nascendo la notte di Natale, a mezzanotte. 3) nascendo settima figlia femmina. I paesi delle streghe vampiro sono VILLACIDRO e BIDONI'. Ancora oggi numerose sono le testimonianze che raccontano Contos o Paristoras che le vedono protagoniste. Per liberarsi di una SURBILE è sufficiente indossare un capo al contrario, o gettare per aria un copricapo.
SA SURTORE
folletti domestici (sa surtora al femminile, sa surtore al maschile) che portano uno o più copricapo che contiene sempre il numero 7 (sette cappelli, sette pieghe, ecc...) e che nasconde un tesoro.
SA MUSCA MACEDDA
È una mosca dalle proporzioni enormi (grande come la testa di un bue) generalmente fornita di un pungiglione velenosissimo, di ali potenti, il cui ronzio viene sentito per alcuni chilometri. A causa della Mosca Macedda sono scomparsi paesi, si dice che i mille sotterranei che percorrono la terra a forma di Sandalo fossero stati costruiti per sfuggire al suo assalto. La minaccia della Mosca Macedda è subdola, spesso si nasconde in un tesoro, della quale si fa custode, in attesa di qualcuno che la risvegli e così riprendere la caccia. Spesso mosca e tesoro sono nascosti in due contenitori diversi, così da dare una possibilità di sopravvivenza al ricercatore di tesori. Di sicuro la presenza di una sola Mosca macedda può costiuire una minaccia per il genere umano. Una volta ad Iglesias un frate suonò una musica formado con l'aiuto della popolazione un cerchio magico, grazie a questo riuscì catturarne un intero sciame, sistemando le mosche in sette botti, che ancora oggi sono nascoste sotto il castello. Nessuno allora si prese la briga di segnare le note suonate da frate.
S'ERKITU (o uomo bue)
Letteralmente: L'URLO. È un uomo che si trasforma in un Bue, dal corpo di uomo. Testa e zampe, e pelle di Bue, questo si aggira la notte, per le strade del paese, mugghiando spaventosamente per annunciare la morte. E la, dove l'ha annusata, batte per tre volte lo zoccolo sul selciato e passa. L'Erkitu ha due grandi corna di acciaio sulle quali stanno accese due candele. La condanna ad essere Erkitu è terribile e viene detterminata da una colpa commessa; in genere un omicidio rimasto impunito. La metamorfosi avviene gradualmente e con grande spavento dell'uomo che muta. Lo spegnimento della candela o il taglio delle corna costituiscono l'unico mezzo conosciuto per liberare il condannato dalla penitenza. La mattina s'erkitu si ritrasforma in uomo ritrovandosi esausto nella sua stanza. Nessuno puo spezzare questo incantesimo, se non rischiando la propria vita, affrontando in un corpo a corpo mortale l'essere e spegnere le sue candele o spezzandogli le corna. Conosciuto anche come Boe Muliache e 'oe 'e burrone
SU PUNDACCIU
Il suo nome deriva da PONDUS – PENDERE. Si tratta di un folletto burlone che ha l'abitudine di divertirsi sedendo sulla pancia dei dormienti. Nel sonno la sensazione è quella di avere fatto indigestione. Veste di velluto blu ed in testa ha una berretta rossa (qualche volta ne ha più di una, si arriva perfino a sette berrette - vedi il Baottu de Setti Berrittas di Bosa). Ogni Pundacciu custodisce un tesoro, se si riesce a levargli la berretta prima che fugga è costretto a svelare dove si trova. Ad Ittiereddu un anziano ci ha raccontato di un Pundacciu che ancora oggi vaga alla ricerca del suo tesoro che ha dovuto regalare ad una bambina furba. Altri nomi: Pesadiglia - Matzamurreddu
SA MISSA PROFONDA
Per far accettare l'inferno ad un dannato è necessario celebrare SA MISSA PRUFUNDA. Si tratta di una liturgia particolare celebrata con candele nere ed a cui assistono solo i defunti. Non bisogna andarci se non invitati, perché si può impazzire per lo spavento. I partecipanti devono essere uomini molto coraggiosi ed armati, i quali hanno il compito di sparare durante l'elevazione.
SA MAMA E SU SOLE
È una vecchina ricoperta da un lenzuolo bianco che si aggira nelle ore assolate in cerca di bambini disobbedienti che non riposano dopo pranzo. Se li trova brucia loro la fronte costringendoli a letto con un forte febbrone, e una cicatrice. Fonti edite: Deledda, Calvia, Palomba.
SA MAMA E SU BENTU
Nelle giornate di vento passa accompagnata dal marito Uragano, seguita dai suoi figli, sempre affamati e alquanto scostanti. Quando è di malumore graffia il volto dei bambini disobbedienti, tuttavia non è cattiva. Ma se il bambino si trovasse alla presenza di uno dei suoi figli...
SA STRIA
strie (dal latino, etimologia conosciuta = uccello notturno. Usato in molte zone d'Italia per indicare le streghe). Tra tutte essa appare le più vicina a pratiche demoniaco-malefiche a causa del conservamento in Sardegna della credenza romana, secondo cui la strige (la civetta e/o per somiglianza il barbagianni) uccide i neonati in culla succhiandogli il sangue, mantenuta nell'isola fino oltre la seconda metà del 1700. Ma al contempo i sardi attribuivano a questo animale anche proprietà terapeutiche tanto che bruciandone le piume e bevendone con acqua le ceneri si aveva un ottimo rimedio all'itterizia. Così si ha una strega dal duplice aspetto e dai vasti poteri: guaritrice ma anche assetata di sangue d'infanti, che terrorizza e intimorisce buona parte del nord dell'isola e che può trasformare il suo corpo anche in oggetti al fine di perseguire i propri scopi. La stria è presente anche in forme aggregate, lavora assieme ad altre strie tanto che una "leggenda" parla di un processo ad una di esse che condannata al rogo viene salvata proprio dalle sue sorelle, e ancora oggi è presente un colle granitico che ne conserva il nome (sa punta de s'istria, vicino a Buddusò).
Grazie Shardana
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