lunedì 14 aprile 2008

Il premio per la politica...

Non ci sono dubbi i veri vincenti della speciale classifica di sgradimento e sgradevolezza nel sono stati e sono i politici. A loro viene assegnato “il mongolino d’oro”, e diciamolo chiaro questi nostri eroi ce l'hanno messa tutta ed hanno fatto a gara per meritarselo, quel trofeo, e le scene che li riguardano resteranno indelebili nella memoria di tutti gli italiani.
Ricordo la faccia di Cesa, il segretario dell'Udc, quando, dopo l'ennesimo scaldalo di droga e prostituzione in cui fu coinvolto un suo collega di partito, propose, urbis et orbis, un ulteriore indennizzo per i parlamentari, a che potessero portarsi a Roma anche la famiglia per evitare certe tentazioni? Da sganasciarsi dalle risate: se non fosse stato per quella voglia, davvero grande, di prenderlo a schiaffi. Ma se la destra piange, la sinistra non ride e registra il massimo grado di ripiegamento retorico e liturgico su se stessa, come altro definire i desiderio macabro di Diliberto di portare a Roma la mummia di Lenin nel caso il Cremlino decidesse di rimuoverla. Se questi sono gli alfieri progressisti della nostra politica, il futuro che ci si delinea non potrà essere diverso da quello degli zombie. Per non parlare poi delle tante baggianate proferite da Clemente Mastella.
Ma questi politici ci fanno o ci sono? Ho sempre pensato che questi politici, purtroppo, ci sono. Anche se dopo aver letto su Grazia del 6 dicembre un'intervista a Calderoli, l'uomo della t-shirt anti-islamica, forse mi devo ricredere: «Non mi piaccio», rivela Calderoli, «ma qualcuno il lavoro sporco lo deve fare». Lo abbiamo visto a Lodi col maiale al guinzaglio per sconsacrare un terreno destinato a una moschea. Lo abbiamo sentito concludere un intervento in parlamento dicendo: "Visto che dalle nostre parti ne è piena l'aria, potremo organizzare il maiale-day, ossia concorsi e mostre per i maiali da passeggiata più belli". Da tenersi ovviamente nei luoghi in cui gli islamici vorrebbero costruire i propri edifici di culto, in realtà "centri di raccolta per cellule terroristiche". E lo abbiamo sentito: quando chiama i gay «culattoni». Diede della «donna molto abbronzata»,alla giornalista palestinese - e bellissima - Rula Jebreal. Ed è sempre a suo agio con i soliti slogan: «Basta con i bingo-bongo padroni dell'Italia». Adesso dice no: e confessa di vergognarsi di fare il Calderoli. In nome, bisogna aggiungerlo, di una sua convinta filosofia: «La politica è teatro, quando si alza il sipario io faccio la mia parte». Come dobbiamo prenderle queste dichiarazioni? Io sono convinto che il Paese legale - i politici che lo incarnano - sia molto migliore di quello reale. Ecco perché, da un certo punto in poi, quei politici - di cui Calderoli è l'avanguardia cosciente - sono stati costretti, per sopravvivere, a cambiare e a far finta di essere persone serie e oggi dicono il contrario di ieri e di domani. Calderoli resta tra la gente, beato e trionfante, umanissimo nella sua ignara disumanità: «Penso sempre alla morte. Sembrerà stupido, ma ho paura di morire prima di aver pagato tutto il mutuo».

Ma nonostante tutto ciò e nonostante il “porcellum”, io non rinuncio al mio diritto di voto, che è poi anche un dovere se voglio essere un cittadino civile e responsabile. Già con questa legge elettorale ci hanno tolto la possibilità di scegliere i candidati, se si va avanti così, con questi assaltatori di diligenze, ci toglieranno anche la possibilità di votare. Io ho sempre votato, compresi i referendum. Ho votato anche per le elezioni provinciali e regionali, pur considerandole un inutile spreco. Ho sempre votato perché non accetto un governo eletto da furbi e stupidi. E spero che il partito che vincerà queste elezioni sia in grado di eliminare i privilegi, le storture, le ingiustizie e di ridare un minimo di credibilità al nostro Paese.

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