martedì 14 ottobre 2008

La colpa del crac?

In questi giorni in cui si sta assistendo se non alla fine certamente ad un drastico ridimensionamento di un sistema economico si va alla ricerca dei veri responsabili dell'apocalisse. Finanzieri? Banchieri? Speculatori? Certo ma non così chiaramente e non così fino in fondo; non a caso in Italia c'è già stato il tentativo di introdurre sur-rettiziamente una norma "salva-manager". Sussurrato a mezza bocca, in tono allusivo, bisbigliato, sottinteso, comincia a prendere forma un concetto secondo il quale i veri responsabili della catastrofe sono i mi-serabili che hanno coltivato l'illusione di potersi comprare una casa od altri beni materiali, o che hanno preteso di trascorrere una tranquilla e serena età della pensione.

Costoro sarebbero colpevoli di aver creato una domanda artificiale per la quale il mercato non ha potuto fare altro che rispondere e che ha portato ad intaccare le fondamenta del sistema economico. Oggi lo stato finanzia le banche alla fine pagheremo comunque noi. Secondo me ci stanno prendendo per dei perfetti babbei quando ci dicono che il salvataggio delle banche non si tradurrà in regali a queste ultime. Gli Stati nazionali di tutta Europa si sono impegnati a garantire i fondi dei risparmiatori depositati presso le banche in crisi. Per farlo devono mettere nel sistema bancario liquidità per comprare parte delle azioni, senza avere alcun diritto di voto. Ma per quasi tutti la liquidità è proprio quello che manca, in particolar modo manca ancora di più ad un Paese come il nostro che ha un debito pubblico di tutto rispetto.

Dove andrà a prenderli i soldi lo Stato? Li prende dove li ha sempre presi, facendoseli prestare darle banche centrali, le quali li genereranno a costo zero e li daranno ai vari Stati dietro pagamento di interessi pari al tasso di sconto (quando va bene) oppure pari all'Euribor, nel caso peggiore. Andrebbe tutto bene o quasi se le banche centrali fossero di proprietà dello Stato stesso, non è così perché le banche centrali, ormai non è più un segreto, sono possedute dalle stesse banche che ora gli Stati dovrebbero salvare. In altri termini lo Stato contrae un debito nei confronti delle banche centrali, e quindi indirettamente dalle stesse banche che intende salvare, un prestito non gratuito ma gravato da, interessi che pagheremo noi con le nostre tasse ai soliti banchieri che alla fine non solo non ci avranno perso nulla ma addirittura avranno guadagnato ingenti somme.

Bisogna riconoscere che molti hanno cercato di vivere al di sopra delle proprie possibilità creando quel nefasto mercato di prestiti personali a restituzione pressoché impossibile, ma un simile rovesciamento di responsabilità che vuole inchiodare alla croce l'uomo che alla fine del mese deve far quadrare i conti, di fronte a politici che hanno dissanguato il nostro paese, amministratori di società che hanno fatto fortuna conducendo le loro aziende al fallimento, speculatori che hanno gettato sul lastrico milioni di piccoli risparmiatori, sarebbe sinceramente vergognoso ed immorale. Qui non si tratta di etica della finanza ma di etica dell'uomo.

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