Siamo in Italia, il tanto osannato paese democratico o siamo in un paese sudamericano in cui il popolo viene governato da giunte militari prive di scrupoli? No, non è una domanda sciocca come molti di voi penseranno perché il clima, indipendentemente da chi ci governa, qui in Italia è proprio quello di un paese sudamericano. Prova ne è l’incivile comportamento della RAI, sul fronte dei "falsi ispettori RAI" e sulle modalità di riscossione scelte dall'azienda, "profondamente lesive dei diritti del cittadino". "La RAI, infatti, ha sottoscritto una convenzione con l'Amministrazione finanziaria e in particolare con l'Agenzia delle entrate SAT. Che a sua volta subappalta ad una conces-sionaria.
Questa concessionaria, in modo subdolo e disonesto, tentano di far firmare un impegno alla sottoscrizione di un nuovo abbonamento alla RAI", inviando minacciose missive a chi ha cambiato residenza o domicilio o che non hanno mai sottoscritto un abbonamento alla RAI o che hanno effettuato regolare disdetta del canone, chiedendo, senza per altro sapere se si è in possesso o meno di un apparecchio televisivo, il versamento del canone, in caso contrario minacciano apertamente l’esecuzione dei necessari controlli.
Insomma per quest’agenzia gli italiani sono tutti in possesso di un apparecchio televisivo e sono passibili quindi accertamenti, perquisizioni etc. Ma io non credo che questi signori possano arrogarsi il diritto di importunare vigliaccamente le famiglie italiane con queste atipiche e illegali missive? Ma rimane sempre il solito problema di fondo, già, rimane sempre quello: chi deve pagare il Canone RAI? E perché? Lo si deve pagare anche se non si ha una televisione ma si utilizza un personal computer? E chi lo dice? Dopo anni di scaricabarile istituzionale dove l'unica certezza è data dal fat-to che qualcuno il Canone lo riscuote, si torna a chiedere questa volta in Parlamento una parola definitiva, una chiarezza su quello che è divenuto uno dei grandi misteri italiani.
"Canone Rai anche per un pc? Una domanda semplice, una richiesta di chiarezza elemen-tare che da anni si rivolge ad ogni possibile istituzione competente, senza successo alcuno e che oggi è stata riproposta con una interrogazione parlamentare sperando di ottenere finalmente una risposta". Credo sia giunto il momento di dire basta alle minacce e che il canone sia abolito, anche se qualcuno alquanto interessato sostiene che è improponibile perché "per la tv pubblica esistono precisi e molto limitati tetti di pubblicità che le tv commerciali non hanno". Ma gli utenti non la pensano così, gli utenti pensano che il tetto dovrebbe esserci anche per gli stipendi dei dirigenti, per i milionari contratti dei soliti personaggi e degli ospiti super pagati della televisione pubblica. Fortunatamente non sono l’unico a pensarla cosi e oggi il
Canone RAI è a rischio. La quantità di denaro dei contribuenti che ogni anno confluisce nelle casse della Radiotelevi-sione di Stato potrebbe diminuire drasticamente, il fiume ininterrotto potrebbe interrompersi, forse persino del tutto. Ieri il senatore del PDL Alessio Butti ha confermato che sta per depositare al Senato una proposta di legge che mira alla riduzione del Canone, una riduzione che però non basta agli alleati della Lega, che reclamano l'abolizione.
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