giovedì 3 luglio 2008

Alghero

La storia

La città, fondata dai Doria nel 1102, appartenne alla famiglia genovese per due secoli e mezzo e, nel corso delle lotte tra Pisa e Genova per il predominio assoluto sull'Isola, fu un baluardo di notevole importanza per la seconda. Si arrese ai. Pisani solo nel 1283: attaccata per mare da una squadra pisana,, comandata da Andreotto Saracini, e per terra dalle truppe del giudice di Arborea Mariano, alleato dei Pisani, dopo ventotto giorni di assedio, fu costretta ad arrendersi, ma per breve tempo. Nel 1353, quando la squadra genovese fu sconfitta da quell’aragonese nelle acque di Porto Conte, la città cadde in mano degli Aragonesi e ne fu dato il comando a un barone catalano; Gisperto di Castelet. A nulla valse un'insurrezione contro gli Aragonesi, scoppiata l'anno seguente e appoggiata dal giudice d'Arborea. Né alcun esito ottenne un asse-dio, posto dai Genovesi alla città nel 1374. Alghero rimase in mano degli Aragonesi. Nel corso delle lotte tra l'Arborea e l'Aragona, nel 1391, si ordì nella città una congiura in favore dell'Arborea. La congiura venne scoperta e i con-giurati vennero cacciati dalla città, che un anno dopo fu inutilmente assediata da Brancaleone Boria, marito di Eleonora d'Arborea. Nel 1412 un altro tentativo di conquista venne compiuto con esito sfavorevole da truppe arborensi, comandate dal visconte di Narbona Guglielmo. La rocca, fortificata, per tutto il periodo delle lotte tra Aragona e Arborea rimase un inespugnabile baluardo. E un baluardo fu anche all'epoca della dominazione spagnola. Eretta a città con diploma regio nel 1503, rocca o villa in precedenza, visitata da Carlo V, che da Alghero partì per la spedizione d'Africa, respinse nel 1660 un attacco francese. Nel 1717 quando fu attuata nell'Isola la spedizione voluta dal Cardinale Alberoni, che mirava a far ritornare la Sardegna austriaca dal 1713 sotto la Spagna, Alghero, assediata, capitolò e tornò sotto gli Spagnoli. Ma nel 1720, come tutta l'Isola, passò sotto i Savoia, sotto i quali mantenne comunque la sua importanza.

Alghero vecchia

Alghero vecchia. Gli abitanti di Alghero sono soliti chiamare così il borgo antico. Fino alla metà dell'ottocento, i forti spagnoli, dal lato di terra e la cinta muraria che ha circondato la cittadina, vennero in gran parte demoliti per-ché ne condizionava l'architettura, lasciando sfociare in un crescendo di nuove vie e di belle costruzioni, la nuova Alghero. Gli attuali bastioni sono solo una parte del grandioso sistema di fortificazioni che avevano elevato gli aragonesi, verso la metà del 1800 furono abbattute perché viste come un ostacolo allo sviluppo della città. Il primo bastione che s'incontra, tra il moderno lungomare Busquets ed il por-to, è il bastione della Maddaleneta. Qui una lapide ricorda Giuseppe Garibaldi che vi approdò con il “ Lombardo ” il 14 agosto 1855, quando, per guadagnarsi la vita, svolgeva il piccolo cabotaggio nelle acque settentrionali sarde. Nelle sue mura sono aperte due piccole porte a mare, percorribili solo a piedi. Alla destra del forte si trova la vera Porta a Mare, questo era il principale ingresso della cit-tà, attualmente è l'ingresso all'alcova delle ammiccanti botteghe del centro storico. Una scalinata sulla destra della Porta conduce sul Bastione Magellano, dal quale si gode un fantastico panorama sul porto e su tutta la riviera. Da questo punto si può arrivare alla cattedrale, oppure si può proseguire a-vanti attraversando un piccolo ponte e arrivando ai piedi dei gradini della tor-re di Sant'Erasmo. La fortificazione continua con l'antico bastione Pigafetta, passando attraver-so due torri: quella affacciata sul mare è la Torre della Polveriera; quella interna è la Torre della Campana. Alla fine della lunga via si trova la Torre di San Giacomo. L'ultimo tratto di fortificazione è costituito dai Bastioni Marco Polo, i quali terminano in corrispondenza della Torre di Sulis. Lo stesso appellativo è stato dato alla piazzetta antistante, anche se la gente del luogo la chiama molto più semplicemente "piazzetta", la quale si può con-siderare il vero fulcro della vita notturna durante l'estate. In questo punto si trovano i P.R. e i bus delle varie discoteche, negli accoglienti bar del circondario si consumano cocktail o rinfrescanti gelati, da qui si parte per fare quattro passi attraverso il moderno bastione del Lungomare Dante, chiamato fa-miliarmente "Passeggiata". I palazzi di Piazza Civica, il palazzo Guillot in via Gilbert Ferret, il bellis-simo Palau Reial, la chiesa di San Francesco, il palazzo Machin, sono i pila-stri fondamentali di quello che viene definito il "quartiere Gotico". Tale nome è stato preso dall'analogo quartiere di Barcellona e Alghero stessa, veniva chiamata Barcellonetta.

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