Dopo aver letto la “bella” notizia sul tentato omicidio di Lorella Ghiani, 50 anni assistente sociale, da parte del marito Fernando Musinu, 53 anni, ex guardia giurata, ho fatto una piccola ricerca sul delitto che affligge la nostra società: il delitto passionale considerato diverso, psicologicamente più drammatico perché chi uccide ama la sua vittima, la ama anche mentre la uccide. Ma non bisogna dimenticare che spesso viene ucciso l’oggetto del bisogno e non dell’amore..
Ho così scoperto che i delitti passionali sono sempre stati inseriti in una categoria a parte, rispetto agli altri crimini. Perché è il delitto dell’uomo normale. Non suscita la stessa disapprovazione sociale degli altri delitti, i suoi autori non sono ritenuti pericolosi, si suppone infatti che abbiano agito sotto l’effetto di un impulso, che l’omicidio non sia premeditato e che non si ripeterà. Ma questi delitti corrispondono oggi al numero maggiore dei crimini omicidiari commessi in Italia. Dai dati dei primi mesi del 2003, si riscontra una maggiore prevalenza maschile nella commissione dell’atto, con un’età compresa tra i 31 ed i 51 anni. Un dato anch’esso molto importante, è quello evidenziato dall’Eures (2001) che afferma come la principale vittima di omicidio sia il coniuge (27%), seguito dall’ex-partner (9%). Sebbene anche in questa ricerca si evidenzi una maggiore prevalenza vittimologica femminile, esistono tipologie di vittime in cui prevale il sesso maschile, primo fra tutti il rivale. Ma cosa spinge una persona a compiere un delitto passionale? Sembra che la gelosia sia la motivazione più frequente. La gelosia, lo stato d'animo forte di una persona che dubita della fedeltà e dell'amore del partner o di una persona cara. Esistono comunque diversi livelli di gelosia:
1. desiderio di tenere a sé la persona amata
2. gelosia che porta a continue verifiche sulla vita del partner
3. gelosia ossessiva: proiezione della propria infedeltà o insicurezza sull’altro.
4. gelosia delirante.
La gelosia di per sé quindi, non è patologica, ma lo diventa, se espressa e percepita nella sua forma più estrema, trasformandosi in gelosia ossessiva o delirante.
Il delirio di gelosia, consiste nella convinzione di essere traditi dal proprio partner distinguendosi in tal modo dalla gelosia caratterizzata dal timore di tradimento, ma non dalla certezza che esso si sia consumato.
Un secondo movente, a parte la gelosia, sembra essere la fine di una storia d’amore. A questo riguardo, è interessante notare come a livello biochimico, durante l’innamoramento si abbia un aumento della produzione di endorfine e feniletilamina, con conseguente senso di benessere ed euforia, mentre quando la relazione finisce, si abbia un crollo di queste sostanze, con conseguente ansia, apatia, senso di frustrazione ed irritabilità. La fine di un rapporto va a coincidere con un senso di fallimento interno e di ingiustizia subita, la cui unica reazione emotiva risulta essere spesso la rabbia o la disperazione. Da un punto di vista comportamentale, quindi,, si reagisce in due diversi modi: con l'isolamento da tutti e da tutto – e spesso con la depressione-, oppure con l'aggressività verso la persona che ci ha "regalato" il senso di frustrazione e fallimento precedentemente descritti.
Un terzo movente del delitto passionale è l’amore respinto. Si può trattare quindi di un ex partner che ha tentato invano di ricongiungersi alla persona amata o semplicemente di un individuo innamorato di un altro. In questo senso, uccidere l’oggetto d’amore significa riuscire finalmente a possedere quella persona che fino ad allora ci aveva rifiutati. Diverse ricerche hanno mostrato come in questo caso può non esserci rimorso perché il delitto è ritenuto logica conseguenza di ripetuti rifiuti subiti.
Un quarto movente è il delitto d’onore. Si parla in questo caso di “Sindrome di Otello”, facendo riferimento al protagonista dell’omonima tragedia shakespeariana. In questi casi, in realtà, non si tratta di vero e proprio delitto passionale in quanto l’omicidio viene attuato per salvaguardare il proprio onore. Sebbene sia sparito dal codice penale (fortunatamente è stato abolito nel 1981 l’articolo 587 che prevedeva una pena ridotta di 3 o 7 anni di reclusione), il delitto d’onore resiste in diversi paesi; si rivendica un tradimento, uccidendo e punendo la moglie o il rivale (..azzo que-sta si che è civiltà).
In conclusione, Delitto Passionale è uguale a disturbi mentali, a pazzia, e all’uomo che uccideva la propria compagna infedele, sono sempre state riconosciute molte attenuanti nella fase processuale. Attenuanti che alle donne sono state negate, anche se in realtà quell’uomo non merita nessuna attenuante, perché l’uomo che uccide la propria donna che lo ha abbandonato lo fa spinto dall’idea che è meglio eliminarla personalmente in modo da esercitare anche in tal caso la propria autorità.
(fonte: in parte internet)
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