Trovo piuttosto ridicoli quegli anchorman televisivi che presentano con grande serietà e deferenza i "ministri ombra" invitati alle loro trasmissioni. Ancor più ridicole le "ombre" che rispondono con sorrisi di compiacimento agli applausi di rito. Questi signori che si presentano pubblicamente come "ministri" (sia pure ombra...) senza averne alcun titolo.
L'idea di istituire un governo ombra, Walter Veltroni l'ha avuta guardando alla Gran Bretagna, l'ha vista, gli è piaciuta, l'ha importata, e in seguito alla vittoria del PDL alle elezioni politiche dell'aprile 2008, il leader del PD Walter Veltroni, il 9 maggio lo ha presentato ricalcando lo schema di ripartizione delle competenze del governo Berlusconi IV, dando così vita al Governo ombra del Partito Democratico. A Veltroni succede spesso e quasi mai con successo, di scopiazzare dagli altri. Edmondo Berselli, un osservatore politico vicino al centrosinistra, ha mirabilmente riassunto questa caratteristica veltroniana in " I care, We can, They win ": una sola frase che mette insieme due slogan ( presi a prestito da don Milani, il primo, e da Barack Obama, il secondo) e il risultato lo abbiamo visto nell'ultima campagna elettorale.
Nel Regno Unito il governo ombra è una prassi consolidata dallo storico bipolarismo e ha anche un certo significato. Il governo ombra, in inglese shadow government, è l’istituzione politica costituita dal capo dell'opposizione, che la dirige, e da parlamentari dell'opposizione (i ministri ombra) incaricati di seguire da vicino, proprio come un'ombra, l'attività dei corrispondenti ministri del governo in carica. Quindi a ogni proposta del governo, l'opposizione fa un' operazione contrapposta dettagliando quel che avrebbe fatto, dove avrebbe trovato i quattrini e come li avrebbe spesi. Insomma svolge un'azione critica verso le decisioni del governo in carica, e proporre alternative.
In Italia è solo una pessima scimmiottatura. I ministri ombra nostrani si gonfiano, si atteggiano ma non fanno assolutamente nulla. Sarebbe comunque un'evoluzione positiva della cultura politica italiana se almeno facessero il loro lavoro, anziché limitarsi all'opposizione tutta italiana: fare della generica propaganda contro il governo di turno.
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