martedì 25 novembre 2008

Uomini, ominichi o quaquaraqua?

Ogni anno in occasione della festa della donna, e in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si fanno i soliti incontri, dibattiti si snocciolano i dati sulla violenza etc… Tutte cose belle e interessanti, peccato che queste manifestazioni in favore della donna siano, come al solito un fuoco di paglia. Subito dopo le manifestazioni tutto torna come prima, giornali e tv continueranno a dare le solite notizie sulle violenze e i maltrattamenti e le discriminazioni che le donne continuano a subire nonostante la Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, del 1993, ottenuta grazie alla forte pressione dei movimenti delle donne, che fornisce per la prima volta una definizione ampia della violenza contro le donne, definita come "qualunque atto di violenza sessista che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la minaccia di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata.

Nonostante La Conferenza di Vienna sui diritti umani, la Conferenza di Pechino, e il dibattito della Commissione donne dell’ONU, della Commissione diritti umani, dell’Assemblea generale, ancora oggi aprendo un qualsiasi quotidiano, oltre alle solite notizie sulla politica nazionale e internazionale c’è sempre almeno una notizia che riguarda la violenza contro le donne. Fatti, i dovuti calcoli emerge che almeno il 70% delle donne vittime di omicidio sono uccise dal partner. La violenza domestica è in Europa la prima causa di morte per le donne dai 16 ai 44 anni. Si ipotizza che una donna italiana su sei abbia subito violenza (fisica o sessuale) da parte del partner o ex partner.

Nonostante questi dati a me pare che i nostri politici, i media e gli uomini in genere minimizzino o rimuovano costantemente questo fenomeno che in realtà è una limitazione della libertà per una buona parte dei cittadini di questo paese e pertanto un’assoluta priorità sociale e civile.
Dobbiamo riflettere con maggiore serietà e metterci in testa che la violenza sulle donne ci riguarda tutti, e in particolare noi uomini che nulla abbiamo a che fare con comportamenti violenti. Spetta proprio noi unirci alle donne nella lotta contro questa violenza che dilaga ogni giorno di più. Dobbiamo unirci alle donne senza il timore di essere giudicati dagli uomini che della violenza hanno fatto la loro religione.
Dobbiamo trovare il coraggio di schierarci, perché coloro che non forniscono un'adeguata protezione alle donne, sono conniventi con le violenze, coloro che le coprono o le accettano, coloro che permettono che si perpetuino senza ostacolarle si rendono colpevoli quanto i violenti.

Noi uomini continuiamo a vantarci sostenendo che abbiamo gli “attributi”, ma in realtà tacendo e non schierandoci apertamente dimostriamo di non averli affatto. Allora smettiamola di fare come le tre scimmiette, interveniamo seriamente per contrastare la violenza sulle donne, chiediamo ai politici di trovare finalmente il modo di riconoscerla, prevenirla, e punirla severamente.

Uomini non dimenticate mai che vostra madre è una donna e abbiate il coraggio di urlare:io sono con le donne.

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