venerdì 7 novembre 2008

Inutili gli psicofarmaci ascoltiamo i bambini

Questo oltre al periodo delle vacche magre è anche il periodo in cui numerosi genitori si lamentano e si “preoccupano” per la vivacità dei loro figli. Le società farmaceutiche per venire incontro a questi “sfortunati” genitori hanno trovato la soluzione: antidepressivi e psicofarmaci. Celexa, Zoloft, Ritalin, Luvox, Prozac, Effexor, Paxil.

Già Il bambino è più tranquillo quando giace in una tomba. Lo si può andare a trovare sapendo che non può farsi più del male, o correre via da qualche parte. Tante preoccupazioni in meno. Tanti bilanci in attivo per i signori del farmaco e le loro lobby. A questi genitori dedico uno scritto di una Psicologa psicoterapeuta - Genova la dott.ssa Alessandra Penzo, che questi genitori dovrebbero leggere attentamente.

“Da molti anni lavoro con i bambini e cerco di offrire risposte soddisfacenti ai genitori che approdano nel mio studio mostrandomi le problematiche dei loro figli, chiedendomi di "aggiustarle". Dal primo piccolo che vidi mi chiesi denunciava il suo comportaménto? A chi era rivolta la denuncia? Un bimbo ha l'oneroso compito di stravolgere la vita di un adulto, ha il compito di farsi sentire, di essere amato al di fuori dagli standard, di scoprire il mondo, il suo mondo non quello dei genitori. I bambini sono nati per stravolgere il cammino di chi pensa che un figlio sia una soddisfazione personale, un investimento verso il futuro, un bacino d'affetto da cui si potrà attingere. Loro sono dei ribelli e spesso dimostrano di non essere inclini ad una società troppo competitiva: è normale che un bimbo investito d'aspettative soffra di ansie, o che un piccolo sia oppositivo quando i genitori dimostrano difficoltà a vivere delle emozioni. Quando incontro un bimbo che soffre mi chiedo che rivoluzione sta iniziando e l'aiuto ad essere ascoltato da chi nel suo piccolo nucleo familiare e nella sua circoscritta società gli sta negando dei diritti affettivi e normativi. Cerco di difendere il loro diritto a farsi ascoltare. Diventa inutile trattare il piccolo con psicofarmaci perché obnubileremmo la sua capacità di protesta, di reagire ad un malessere che prova, insegnandogli che non si può cambiare niente nei nostri piccoli mondi e che non si può essere tristi, ansiosi, arrabbiati, insonni o protestatari. Penso siano doverosi gli attacchi di panico e le ansie in un mondo così precario che depotenzia l'essere umano ed incita alla competizione e all'individualismo. Alcuni adulti si sono offesi quando ho comunicato loro che il bimbo a parer mio non aveva alcun problema, ma che il problema risiedeva nella dinamica familiare o di coppia o in un genitore che per primo non stava affrontando le proprie difficoltà. Il discorso è lungo e complesso, ma attenzione: ascoltiamo i bambini.”

Capito cari genitori, se vostro figlio è vivace è un bene, non un male. Non portatelo dal medico, dallo psicologo. Prendetelo per mano e uscite con lui, con lei, per una passeggiata. Abbracciatelo, abbracciatela, forte, con un bacio. Non deve guarire da nulla, vuole solo la vostra attenzione. Se qualcuno vi propone antidepressivi o psicofarmaci per i vostri figli, fategli leggere ad alta voce gli effetti collaterali, sono riportati nel foglietto insieme alle pasticche. Poi fate voi.

Meditate gente, meditate….

Nessun commento: