domenica 18 maggio 2008

L' orgoglio di essere sardi…

«Ammentamus una die de rebellia de sos sardos cun s'idea chi finas oe nos depimus ribellare, ma chi sa rebellia de sa Sardigna de oe est s'intelligènzia, s'istrutzione, sa limba».
Parole di Renato Soru, dette durante la seduta che il consiglio regionale ha dedicato a Sa Die de sa Sardigna. «Ricordiamo un giorno di ribellione dei sardi con l'intenzione di ricordare che anche oggi dobbiamo ribellarci con l'intelligenza, l'istruzione, la lingua». Questo il messaggio che il primo presidente della Giunta a faeddare in limba (in campidanese) nell'aula del consiglio ha voluto lanciare. «Non facciamo queste manifestazioni per sostenere che deve essere un obbligo parlare il sardo sempre e in ogni occasione - ha aggiunto Soru, sempre in limba - ma perchè abbiamo capito che in passato ci hanno sottratto, o hanno cercato di sottrarci, la nostra lingua e dobbiamo in qualche modo cercare di porre rimedio». «La lingua sarda per noi può avere anche rilievo economico - ha detto ancora il presidente della Giunta - per il semplice fatto che nel mondo contemporaneo sono le differenze che ci possono aiutare per migliorare. Se oggi in Sardegna nessuno parlasse più sardo, la nostra isola sarebbe più ricca o più povera? Io penso che sarebbe più povera». La giornata commemorativa era stata aperta dal Presidente del consiglio Giacomo Spissu: «Giornate come quella odierna servono come momento di riflessione. Per una risposta politica per riscrivere la nostra Autonomia - sottolinea Spissu - attraverso un nuovo Statuto, obiettivo per il quale bisogna superare le differenze di parte se da un lato nel Paese vi è meno attenzione al riconoscimento delle autonomie speciali dall'altro ci si deve confrontare con "la questione settentrionale" non per manifestare una chiusura a chi cerca di conquistare spazi di autonomia, ma per ribadire la diversità identitaria della Sardegna». Spissu ha spiegato che la legge istitutiva della ricorrenza del 28 aprile (nel 1794 ci fu la cacciata dei Piemontesi da Cagliari) non fu, nel 1993, «Una forzatura, perchè i popoli e le comunità hanno bisogno di simboli in cui riconoscere la connotazione identitaria». L'aver dedicato "Sa Die" di quest'anno alla lingua sarda, ha proseguito, costituisce «un processo di arricchimento in un periodo in cui le identità si annacquano».
La celebrazione è proseguita poi con l'intervento in "limba" (questa volta in luogudorese) dello storico Federico Francioni che ha letto una ricostruzione dei fatti del 28 aprile 1794 ai quali si ispira la giornata commemorativa. Poi spazio alla parte dedicata alla musica che è stata affidata al gruppo di «Cuncordia a launeddas» (che ha eseguito un brano interamenete musicale dal titolo «La Processione»), al cantante Piero Marras (già consigliere regionale, che ha intonato l'Ave Maria), alla cantante Franca Ligas e alle voce del coro di Neoneli. Dopo varie musiche tradizionali tutti gli artisti hanno eseguito insieme l'inno patriottico sardo «Procurad'e moderare Barones sa tirannia» nel testo di Raffa Garzia del 1899, le cui strofe sono state cantate in piedi dall'Aula, dal pubblico e dalle autorità presenti. Da segnalare che anche l'agenzia di stampa Ansa ha dato il suo contributo alla giornata di commemorazione di Sa Die scrivendo uno dei lanci di racconto della cerimonia che si è tenuta in consiglio regionale integralmente in campidanese. (fonte Nuova Sardegna)

Nessun commento: